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Politica
M5S. Dentro Italia a 5 Stelle 2018. Ecco cosa sono diventati i grillini.

Ormai i grillini sono un popolo che parla una lingua comune, orgoglioso della propria natura antiestablishment e al tempo stesso di governo.

E' un popolo bicefalo, strano e nuovo quello apparso a Italia a 5 stelle sabato e domenica scorsi a Roma. Che pensa alla lealtà come ad un valore superiore, alla politica come ad una lunga marcia per il cambiamento e al Paese come un malato da salvare.

I grillini non sono più neanche disposti ad essere trattati come “delusi” che fino a ieri votavano a sinistra. “E chi lo ha detto? Mai fatto e non voto più da anni”, dice Alfredo, arrivato da Milano. “Chi lo fa sa di compiere una manipolazione”, ripete. Ma per comprendere davvero chi sia questo popolo, un mondo a parte e contemporaneamente maggioranza nel Paese, bastava parlare con le tante persone accorse al Circo Massimo da tutta Italia questo fine settimana. Un contesto bicefalo appunto, con due testa, una “quadrata” e governativa impersonificata da Luigi Di Maio e l'altra irregolare e istrionica rappresentata da Beppe Grillo, sempre più laterale al movimento (il comico non era presente né alla prima giornata né nella mattinata della seconda). 

Il picco di 25.000 presenze arriva nel clou pomeridiano di domenica, alla chiusura della manifestazione, con gli interventi di Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e appunto Grillo dal palco centrale, dopo ore di attività dei militanti e degli amministratori ai tavoli di lavoro, tra interventi e presentazioni che somigliano più ad un happening tra amici che ad una kermesse politica tradizionale. Nella due giorni, aggirandosi tra gli stand, si respira l'aria un po' naif di chi pensa che il nuovo governo stia facendo la rivoluzione. Una trasformazione che prende corpo in parole mantra come “reddito di cittadinanza”, “partecipazione al sistema Rousseau (la piattaforma informatica del MoVimento 5 Stelle)” e “il Pil e lo spread non sono la nostra vita”, come ripete Giulio, militante toscano della prima ora. 

Avere delle risposte a qualche domanda fuori dalle righe non è facile, soprattutto se ti presenti come giornalista, figura tra le più criticate. Tra i più applauditi alla kermesse infatti c'è un vivace Vito Crimi. Si alza un boato quando spiega che “nel 2020 taglieremo tutto il finanziamento ai giornali”. Le difese del popolo grillino invece si abbassano se parli informalmente e non ti riveli e allora vengono fuori i dubbi sulla “Taverna che sta sbagliando sulla vicenda di sua madre (il noto caso dell'abitazione popolare contestata alla mamma della vicepresidente grillina del Senato, ndr)”, le problematiche dei tanti consiglieri comunali rimasti fuori dalle decisioni che contano e che non si sentono di incidere sui territori e le critiche sulla selezione della classe dirigente. Ma poi riparte la speranza. Il racconto dei tanti che hanno incontrato face to face Di Maio: “Mi ha detto che non riesce a stare dietro a tutto. Ma sta facendo i miracoli. Arriverà anche da noi”. E così raccontano come “con il reddito di cittadinanza cambierà tutto”, dice Marco, arrivato dal Veneto. La stessa cosa Giorgio e Michela di Roma, giovanissimi universitari ai quali brillano gli occhi quando sul palco prende la parola il premier Giuseppe Conte, con la sua voce da crooner confidenziale.

Poi Di Maio racconta come il 2019 sarà l'anno del cambiamento e che in Europa il movimento andrà oltre gli schieramenti.

L'ultimo a intervenire dal palco è Grillo che irride le polemiche degli ultimi giorni sul Dl fiscale sollevando una "manina" di un manichino. “Stiamo cambiando il mondo... guardate a Conte. Cosa è successo in 4 mesi? Era un cazzo di professorino che faceva l'esegesi del diritto e ora è qui, cazzo... che dice noi cambieremo il mondo”. Risate. E poi battute a ripetizione sul fatto che i militanti non vanno più sul suo blog, il lavoro che scompare e Matteo Salvini, ricordando di averlo incontrato un giorno in aeroporto e di essersi sentito chiedere di fare un saluto telefonico alla mamma. “Le ho detto 'signora, perché quel giorno non ha preso la pillola?”. Risate. “Ma sapete, io quella persona la ammiro”, dice, “perché è leale e di parola, che in politica è un miracolo”. Sorpresa. Silenzio. Qualche applauso. Poi attacchi ai mercati, alle agenzie di rating, agita la “manina”, se la prende con i troppi poteri del presidente della Repubblica, inadeguati rispetto al nostro tempo. 

La luce sta calando su Roma. Sono le 18.30. Grillo: “Ho detto che facevo mezz'ora e così è.” Lo spettacolo finisce e una band di appoggio suona un pezzo rock blues con lui che canta. La folla defluisce ordinata verso l'ingresso del Circo Massimo. A coppie parlano ancora della speranza di questa strana rivoluzione che sta prendendo piede. Giù il sipario: si ritorna al governo. Il cielo è plumbeo. Roma intanto si prepara al nubifragio. 

 

 

 

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