Due visioni opposte stanno via via prendendo piede all'interno del Movimento 5 Stelle, da un lato la task force e dall'altro la scelta di un nuovo capo politico. A fare la prima mossa della campagna interna del Movimento è Alessandro Di Battista. Molti parlamentari però sono intervenuti chiedendo a Beppe Grillo di riprendere in mano le redini e guidare per un anno o due i CinqueStelle durante questa legislatura. Ipotesi suggestiva, scrive il Corriere della Sera, ma che potrebbe essere bruciata sia dalla riserve dello showman sia dall’accelerazione centripeta in seno al Movimento. I big si preparano a scendere in pista, continua il Corriere. I vertici M5S da Luigi Di Maio a Roberto Fico, da Stefano Buffagni a Paola Taverna vorrebbero proseguire l’esperienza giallorossa e nel frattempo far partire il processo di ristrutturazione interna, magari cambiando anche la regola dei due mandati. Davide Casaleggio è contrario sia a una nuova governance provvisoria sia a una deroga al tetto dei mandati. Nel frangente, preme per scegliere il nuovo leader. In caso di votazione a breve, grande favorito è Di Battista, che ha lanciato il "servizio ambientale" (un programma infrastrutturale per dare lavoro ai giovani come accadde negli Usa durante il New Deal), che nelle intenzioni dell’ex deputato potrebbe diventare un cavallo di battaglia M5S, "il nuovo reddito dicittadinanza". L’elezione di Di Battista rappresenta una incognita per i parlamentari M5S: "Non è un mistero che io sia sempre stato contrario all’asse con il Pd, ma il vero pericolo ora è il governo tecnico", ha detto ai suoi interlocutori Di Battista. E i governisti pentastellati non esitano a pronunciarsi sull'elezione: "Se viene eletto, durerà sei mesi", dicono. Sono anche già partite le contromosse. La nascita della task force, annunciata dal Corriere, sembrerebbe andare verso una accelerazione: si chiamerà "comitato costituente" e potrebbe essere votata a breve, in tal modo escludendo la scelta formale di un nuovo capo. Si ricorrerebbe invece a un capo ad interim, da cui l’idea di Grillo, mentre Taverna si è detta disponibile per un tempo limitato e Di Maio si sfila, direzionato più verso una sorta di leadership silenziosa, oltre le cariche.
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