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Politica
M5S, Di Maio candidato premier. Grillo lo incorona: "Movimento nel mio Dna"

La responsabilita' e' "grande" ma  "tutti insieme ce la possiamo fare": questo il messaggio  lanciato all'universo pentastellato da Luigi Di Maio dopo la  vittoria delle primarie online e la conseguente incoronazione a  candidato premier e capo politico del Movimento. Una vittoria che l’ha visto trionfare con 30.936 voti  su 37442. "La  responsabilita' che mi avete affidato - ha detto Di Maio dal  palco di Italia 5 Stelle a Rimini - e' grande ma tutti insieme,  attivisti, consiglieri comunali, sindaci, consiglieri  regionali, parlamentari, consiglieri europei, Beppe, Davide, ce  la possiamo fare perche' - ha concluso - siamo il Movimento 5  Stelle e non dobbiamo mai dimenticarlo”. "Io saro' sempre con voi. Non so  dove stiamo andando pero' forse possiamo saperlo... Io ci sono  perche' non ne posso uscire, ce l'ho dentro come il Dna": sono state invece le parole di Beppe Grillo dal palco di Rimini, prole pronunciate visto che il capo politico del movimento pentastellato è Di Maio.

Al secondo posto nelle primarie online c'e' la senatrice Elena Fattori con 3.596 voti. Per i  restanti sei candidati - Vincenzo Cicchetti, Andrea Davide  Frallicciardi, Gianmarco Novi, Marco Zordan, Nadia Piseddu e  Domenico Ispirato - solo poche centinaia di voti. Ispirato  prende 102 voti, Frallicciardi 268, Cicchetti 274, Zordan 373,  Novi 543 preferenze e Nadia Piseddu 1410 voti.  Un "predestinato", Luigi Di Maio da  Pomigliano d'Arco, sin da quando, a soli 26 anni diviene vice  presidente della Camera balzando, di fatto, ai vertici del M5S.  E' li' che l'ascesa di Di Maio prende forma, arricchendosi di  endorsement, polemiche, scontri durissimi con Matteo Renzi. E  senza mai, tuttavia, intaccare una certezza: Di Maio, ormai da  tempo, e' l'uomo sul quale Beppe Grillo e Davide Casaleggio hanno  puntato il tutto per tutto per provare la scalata al governo.  Nato a Avellino il 6 luglio 1986, Di Maio conquista la sua  prima "vittoria politica" al liceo, diventando rappresentante  d'istituto.

All'universita' si iscrive prima ad ingegneria, poi  alla facolta' di Giurisprudenza, senza pero' terminare gli studi.  S'imbatte, invece, in una start-up per la gestione di siti web.  E' in quegli anni che Di Maio, figlio di un dirigente locale di  Alleanza Nazionale, si avvicina al M5S. E, pur non essendo -  anche per la giovane eta' - un "grillino" della prima ora, scala  velocemente la piramide interna al M5S riuscendo ad ottenere,  una volta eletto, la vice presidenza della Camera. E', sin da  subito, il volto istituzionale del Movimento, meno avvezzo alla  piazza e piu' portato al dialogo con partiti, rappresentanti di  Stato stranieri, associazioni, aziende.  E' lui, sia ai tempi del governo Renzi sia nel giugno scorso, l'artefice del tentativo (sempre fallito) di accordo con il Pd  sulla legge elettorale.

E' lui a portare il M5S nelle stanze dei  bottoni italiane e straniere. E' lui, in primo luogo, a farsi  portavoce del programma pentastellato all'universita' di Harvard  in Usa, a Boston, a Berlino, a Bruxelles, in Israele.  Sostenuto sia da Grillo sia da Casaleggio padre, con la morte  di Gianroberto Di Maio ottiene sin da subito la fiducia del  figlio Davide. Una fiducia a prova di bomba, che resiste anche  alla bufera scoppiata nel settembre 2016 attorno al Campidoglio.  Con la giunta di Virginia Raggi minata dalle prime defezioni e  indagini emerge - con tanto di mail di prova - che Di Maio era a  conoscenza delle indagini nei confronti di Paola Muraro ma non  aveva informato il M5S. Su Di Maio parte un fitto fuoco amico,  ma il frontman riesce a uscirne, scusandosi anche con gli  iscritti in una serata a Nettuno che sara' ricordata come  l'ultima del Direttorio.

E, da li' in poi, per l'esponente  campano, la strada e' in discesa, minata da alcune gaffe (famosa  quella sul congiuntivo via Twitter) e segnata da posizioni  divisive nel Movimento, come quelle sui migranti.  Posizioni che acuiscono le divergenze tra i pragmatici di Di  Maio e gli ortodossi di Roberto Fico. Fino alle primarie senza  rivali concluse ieri: tanto scontate da rischiare di azzoppare  il trionfo del vice presidente della Camera. Che, tuttavia, da  stasera sara' candidato premier e capo politico del M5S, con  tanto di "benedizione" di Grillo. Con buona pace dei dissidenti  interni.

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