M5S, Di Maio candidato premier incoronato a Rimini: allerta nazionale
Di Maio candidato scaltro e sfuggente
L’incoronazione di Luigi Di Maio -eterno studente non laureato-a “candidato premier” (tra l’altro impossibile nel nostro ordinamento non presidenzialista) è un altro tassello in avanti verso una pericolosa deriva, ancorché democratica, della nostra politica.
E questo perché Di Maio, fino ad ora, si è dimostrato il più inquietante dei grillini, forse anche superiore alla stessa Virginia Raggi, che fortunatamente ha un raggio d’azione locale e fa quindi danni limitati seppur rilevanti per la Capitale.
Di Maio, dicevamo, è più pericoloso intanto per il suo raggio d’azione nazionale e per la sua carica istituzionale di vicepresidente della Camera e poi perché incarna un modello avellinese (la settimana scorsa è stato a baciare la teca di San Gennaro) pericolosamente democristiano e sfuggente, che nasconde facilmente dietro il sorrisino stampato comportamenti inquietanti.
La pericolosità deriva da due fattori: il primo è caratteriale ed è testimoniato da una lunga sequenza di gaffe e di cose non vere (famosi i Canadair anti-incendio che lui avrebbe fatto venire dalla Francia: smentito subito dalle fonti ufficiali o Pinochet venezuelano) che non riportiamo, ma chiunque può ritrovare facilmente; il secondo è invece una tendenza all’approssimazione e alla superficialità che potrebbe rivelarsi semplicemente disastrosa per il nostro Paese, già provato da dieci anni di una crisi economica che non passa (al di là dei proclami ufficiali).
Di Maio poi ha un padre, Antonio, di destra ex militante di An e la sua formazione lo è anche e quindi è stato scelto volutamente per accalappiare sia i voti di una sinistra contestataria, anarcoide ed ingenua che di una destra populista (la campagna anti-immigrati del M5S è significativa) perennemente “anti-sistema”.
Insomma, l’esca lanciata da Grillo ieri a Rimini è grassa, farcita e invitante. Speriamo che l’Italia non abbocchi.