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Politica
M5S, Di Maio e le spese 'esagerate'. "In 3 anni ho restituito 200.000 euro"

"Tra lo stipendio da deputato, lo stipendio aggiuntivo da vicepresidente della Camera, i vari rimborsi e spese di rappresentanza, ho restituito ai cittadini italiani in tre anni e mezzo 204.582,62 euro. E sono felice di averlo fatto". Luigi Di Maio, il vicepresidente M5s della Camera, finito nel mirino anche degli attivisti del suo movimento per i 108 mila euro spesi per attività politica negli ultimi tre anni, non ci sta e passa al contrattacco. Lo fa sul blog di Beppe Grillo e puntando il dito contro il Pd: "Piuttosto - dice -  siamo in attesa, ormai da circa 3 anni e mezzo, di una conferenza stampa del Pd che annuncia che i propri parlamentari si ridurranno gli stipendi e rendiconteranno le spese". 

"Da quando sono stato eletto deputato e poi vice presidente della Camera - aggiunge Di Maio, dopo essere stato sommerso di critiche sui social - avrei avuto diritto a stipendio aggiuntivo da vice presidente, stipendio pieno da deputato (di cui restituisco la metà), spese di rappresentanza, auto blu, telepass gratuito, cellulare di servizio, spese gratuite in tipografia, tutti i rimborsi spese che non uso e non rendiconto. Ma ho rinunciato".

Dopo questo sacrificio e qualche altro infortunio politico, quello che fino a pochi mesi fa era il candidato in pectore del Movimento Cinque Stelle per Palazzo Chigi ricorda come sia "capitato anche che abbia pagato alberghi, biglietti aerei e dei treni per viaggi istituzionali e biglietti aerei-treni per gli eventi sul territorio, senza farli rimborsare alla Camera, anche se ne avrei avuto diritto".  In pratica, conclude Di Maio, nel tentativo di recuperare quanto meno l'appoggio dei grillini, "gestisco due cariche, ma lo Stato ne paga solo una. Le spese che ho sostenuto e rendicontato riguardano le attività istituzionali e gli appuntamenti sul territorio, a cui prendo parte praticamente ogni giorno da 3 anni".

"Periodicamente - conclude il vicepresidente della Camera - i giornali accedono ai nostri rendiconti e iniziano a parlare dei nostri rimborsi. La cosa incredibile è che ci siamo riusciti: finalmente in Italia si parla di politici che restituiscono gli stipendi e che rendicontano le proprie spese! Questa è una vera e propria rivoluzione culturale per la politica italiana".

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di maio spese





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