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Politica
M5S, Fico non sarà sul palco di Rimini

Dalla scaletta di Italia a 5 stelle - la festa del Movimento a Rimini - è scomparso il nome di Roberto Fico. Era rientrato pochi giorni fa. Il presidente della commissione di Vigilanza Rai avrebbe dovuto fare - come l'anno scorso a Palermo - un intervento politico sull'informazione, ma non sarà così. E' di fatto uno schiaffo al leader dell'ala ortodossa, che ha deciso di non correre alle primarie contro Luigi Di Maio e che ha espresso a Beppe Grillo tutti i suoi dubbi sulla sovrapposizione delle figure del candidato premier e del capo della forza politica. Un segnale per dire che nessuna dissidenza, per quanto silente, sarà tollerata, nei tre giorni in cui i vertici hanno deciso di festeggiare l'incoronazione di Luigi Di Maio.

Lo scontro fra le due anime si palesa nel giorno della chiusura della votazioni per il candidato premier del movimento. I risultati ufficiali ancora non ci sono, "custoditi da due notai" (di cui non si conosce il nome) fino a domani sera, quando verranno finalmente resi pubblici dal palco di Rimini a Italia a 5 Stelle. Intanto, però, dopo 17 ore di voto (compresi due "sforamenti", prima fino alle 23 di ieri, poi anche stamattina dalle 8 alle 12), si sono concluse le primarie per la scelta del candidato premier del M5S. "Libertà è partecipazione" è il tweet di Beppe Grillo che cita Giorgio Gaber per dare la notizia della chiusura di operazioni di voto piuttosto accidentate. E, ancora una volta senza fornire alcuna cifra, secondo l'M5S la partecipazione al voto di ieri e oggi "è stata tra le migliori di sempre". Presumibilmente, visto che la migliore affluenza si è registrata nel 2016, in occasione delle modifiche al "Non Statuto" con 87.213 click, quella di ieri e oggi si è fermata sicuramente al di sotto, probabilmente in una forbice tra 50 e 60 mila voti: meno della metà degli iscritti certificati che dovrebbero essere circa 140 mila e lontani dalla soglia dei 100.000 auspicata ieri dal deputato Danilo Toninelli.

Per l'M5S, dunque, c'è "l'alta affluenza" tra le cause della "virtuale coda ai seggi" che soprattutto ieri ha complicato non poco l'accesso alla piattaforma Rousseau, causando anche molti malumori tra gli iscritti che si sono trovati impossibilitati a votare. Ma a questo vanno aggiunti generici "tentativi di attacchi hacker", si legge sul blog di Grillo, che sarebbero stati però "respinti". "La nostra casa era difesa come una fortezza", prosegue il post, secondo il quale le tracce di questi attacchi "saranno identificate dalle nostre telecamere di sicurezza virtuali e prontamente girate alla polizia postale".

Il giorno dopo il pasticcio, dunque, arriva la doppia giustificazione e il consueto attacco contro i media che si sono messi "a giudicare e denigrare, mossi unicamente da fini politici e senza la cultura di base minima per capire quello che abbiamo realizzato". Nell'attesa della scontata incoronazione di Luigi Di Maio, prevista per domani alle 19, l'M5S detta la sua linea: "La notizia è che tutti hanno avuto la possibilità di candidarsi (e nessuno è stato spinto a farlo per costruire competizioni farlocche) e tutti hanno avuto la possibilità di votare. La notizia è che non c'erano correnti che si confrontavano ma persone che si proponevano".

Infine, nel post pubblicato sul blog di Grillo, un accenno viene fatto anche a Rousseau, la piattaforma creata (e donata) dalla Casaleggio Associati per l'M5S che nel giorno decisivo ha fatto crash: "Continueremo anche a investire in tecnologia per rendere Rousseau sempre migliore, funzionale e usabile. Pensate a come era Rousseau un anno fa. Pensate a come è oggi. Pensate infine a come sarà tra un anno", scrivono anche per rispondere a chi segnalava i problemi dei server, forse troppo vecchi e poco aggiornati per sostenere un traffico elevato. E, inoltre, in chiusura, torna l'appello a donare a favore del M5S: "Vi chiediamo solamente di aiutarci con una donazione, perchè tutto quello che abbiamo realizzato fino a oggi lo abbiamo realizzato solo grazie al vostro aiuto e al vostro sostegno economico tramite piccole donazioni, non certo sottraendo indebitamente milioni di euro pubblici allo Stato". Per la festa di Rimini che parte oggi, ad esempio, sono stati raccolti 340.000 euro, il 30% in meno rispetto alle feste degli anni precedenti. Un altro segnale preoccupante per l'M5S.

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