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Politica
M5s, il mal di pancia si fa rumoroso. Fico: "Parliamoci se no finisce male"

M5s, Fico: “Torniamo a parlarci per non finire calpestati”

“Ritorniamo a parlarci o noi 5S finiremo calpestati”. Si esprime in sintesi in questi termini, intervistato in apertura di prima pagina da Repubblica, il presidente della Camera Roberto Fico, lanciando un messaggio al Movimento. "Mi interessa poco sciorinare tre o quattro errori fatti - spiega Fico dopo il recente risultato elettorale del M5s -. Quello che serve e' uno spazio dove tutti possiamo parlare del perche' non ha funzionato, di cosa si sta sbagliando, di come elaborare la linea politica collegiale, ridefinire i valori, prendere decisioni di volta in volta. Questa e' la proposta che ho fatto: spazi che permettano di ragionare insieme e capire la strada percorsa o da percorrere".

Alla domanda se gli dispiaccia che la senatrice Paola Nugnes lasci il Movimento, risponde: "Assolutamente si'. Paola e' con noi da dodici anni, e' una persona onesta, una combattente. Quel che serve oggi non e' attaccare chi va via, ma chiedersi perche' una persona che ama il Movimento come lei decida che non le sta piu' bene". Quanto alle sorti del governo, "troverei difficile - osserva Fico - che questa maggioranza possa andare avanti senza Giuseppe Conte, a quel punto bisognerebbe rifare tutto". E poi sottolinea che a gestire la trattativa con l'Europa sui conti pubblici per evitare la procedura d'infrazione devono essere il premier e il ministro dell'Economia Tria: "Il premier ha fatto la prima contrattazione con l'Europa, con Tria portera' avanti anche questa. La Ue ascoltera' loro, non le tante voci, minibot si' minibot no". Infine, il caso Regeni. "Per la prima volta spostiamo il caso della morte di Giulio Regeni nel cuore dell'Europa", spiega dopo la seduta congiunta a Berlino delle commissioni esteri di Montecitorio e del Bundestag sul giovane ricercatore ucciso in Egitto. "Il rispetto dei diritti umani - sottolinea - e' fondamentale per Paesi non solo membri, ma fondatori dell'Unione europea".

Sui migranti, Fico: “Non penso che chiudere porti sia soluzione di governo”

"Non penso che chiudere i porti sia una soluzione di governo dell'immigrazione. Servono regole certe, criteri giusti, corresponsabilità europea. A Lampedusa arrivano 100 migranti mentre la Sea Watch è al largo. L'Italia è assolutamente in grado di gestire il salvataggio di quelle persone e la battaglia vera deve farla in Europa per la revisione del regolamento di Dublino. Bisogna far comprendere che la gestione dei migranti in mare, che devono essere salvati sempre senza se e senza ma, deve essere comune". Così il presidente della Camera, Roberto Fico, in un'intervista al quotidiano 'la Repubblica' a proposito della questione migranti. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dice di "chiudere il mare"? «Non siamo in una situazione di emergenza, le persone che arrivano sono gestibili in totale sicurezza. E l'Europa deve poi farsene carico. Deve farlo con l’Italia, con la Spagna, con la Grecia".

Tre sottosegretari con Dibba: nasce una corrente anti-Di Maio

Secondo quanto ricostruisce il Giornale, tre sottosegretari del governo Conte si schiererebbero con l’ex deputato Di Battista e contro il capo politico dei Cinque stelle. Lo scontro politico fra i due si sposta da Montecitorio a Palazzo Chigi: infatti tre esponenti dell’esecutivo sono entrati nella fronda del “Che Guevara” pentastellato. Il primo, fidatissimo di Di Battista, è Simone Valente, sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento: ligure, in passato capogruppo del M5s. Il secondo uomo della fronda anti-Di Maio nell’esecutivo è Manlio Di Stefano: il parlamentare siciliano, che ha assunto la delega agli Affari esteri. Le sue uscite spesso minano quotidianamente i rapporti con la Lega e soprattutto la linea del governo nelle relazioni con gli alleati. Il terzo, ma non meno importante degli altri due, è Alessio Mattia Villarosa: laureato in Economia, ha assunto l’incarico di sottosegretario all’Economia. Al netto delle competenze, i tre si muovono in squadra, marcando sempre differenze rispetto all’ala governista del Movimento Cinque stelle.

 

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