M5s, il re vola dalla finestra
Immaginate due giocatori di scacchi. Quando il bianco si rende conto che sta per subire uno scacco matto, afferra il re avversario, lo lancia fuori dalla finestra e proclama: “Ho vinto!” Nel gioco degli scacchi quella scena è semplicemente assurda, ma non nella vita. Se due schieramenti si sono impegnati a non usare una certa arma, uno viola il patto e vince la battaglia, si sarà comportato scorrettamente, ma non per questo non raccoglierà i frutti della vittoria.
In certi campi, se c’è qualcuno più facile da ingannare, è l’uomo razionale. Chi risolve problemi complessi è più di altri condizionato all’osservanza delle regole. Così, se gli si pone il problema di come evadere da un certo carcere, come soluzione non fornirà mai un terremoto che faccia rovinare la recinzione.
Questo rischio lo corre anche il commentatore politico. Anni fa si poteva scrivere con ferrea convinzione che l’Italia non sarebbe mai entrata nell’euro perché una delle imprescindibili condizioni era un debito pubblico non superiore al 60% del pil. Poi invece l’Europa, nel suo interesse, fingendo di credere che avremmo mantenuto la promessa di diminuire il nostro debito, ci aprì le porte. In queste condizioni uno si chiede a che serva ragionare. E oggi la cosa si verifica riguardo al M5s.
Questo movimento ci ha ripetuto per molti anni che non si alleerà mai, con nessuno, perché esso non è un partito, ed anzi si oppone nettamente a tutti i partiti. Tutto ciò aspettando di avere il 51% dei voti, in modo da governare senza compromettersi con altre formazioni. E sulla base di queste affermazioni abbiamo tutti ragionato per mesi ed anni. Soprattutto l’abbiamo fatto recentemente, dal momento che non si riusciva ad immaginare una coalizione di governo. Infatti il M5s da solo non avrà il 51; Pd e coalizione di centrodestra forse non saranno disposti ad allearsi, e comunque è sicuro che insieme superino il 50% dei seggi. In conclusione, sapienti grattatine di zucca. Ora arriva Di Maio e fa volare il re dalla finestra.
L’incomparabile, l’incorruttibile, l’inconfondibile, l’incompatibile, l’inassimilabile M5s dimostra di non avere alcun principio e, pur di andare al governo, proclama di essere disposto ad allearsi con chi ci sta. Ma come, forse nel 2013 non ci stava Bersani? Invece oggi è una fortuna che in Italia non ci sia il partito del Diavolo, perché diversamente anche il Diavolo potrebbe nutrire qualche speranza.
E poi che vuol dire: “Con chi ci sta”? Con chi ci sta a quale programma, se quello del Movimento è evanescente e nessuno saprebbe riassumerlo? E se al contrario il Movimento un programma lo ha, come è possibile che sia disposto ad allearsi con chiunque? Forse che il Pci avrebbe potuto costituire una coalizione con l’Msi?
La verità è che il discorso di Di Maio è più cinico di quanto sia sciocco. Il suo “Con chi ci sta” significa: “Con chi è disposto a sostenerci senza conoscere il nostro programma e senza avere niente in cambio”. Ma queste parole definiscono un partito assolutamente demente. E infatti la realtà è un’altra, ben più terra terra. Di Maio dice: “Dopo le elezioni faremo ciò che ci converrà”. Dichiarazione che, per il partito più morale d’Italia, non è il meglio che si possa immaginare.
E c’è una seconda piroetta del partito dell’onestà. Avendo finalmente osservato che un chirurgo non è l’ideale come chef di ristorante, e un meccanico non vale molto come astronomo, Di Maio ha scoperto che uno non vale uno, perché uno può non avere la competenza di un altro. Ora, poiché qualunque partito ha bisogno di competenti – grande scoperta posteriore al 2013, scriveranno gli storici – ecco che il Movimento è disposto ad imbarcare anche non iscritti, magari con qualche pendenza giudiziaria. Quante novità, signora mia.
Tanti illustri giornalisti che per anni si sono impegnati ad astrologare su questo nuovo fenomeno politico si accorgono ora di avere perso il loro tempo. Il Movimento è un partito disposto ad allearsi con chicchessia, dopo qualche trattativa per il necessario do ut des. È disposto ad imbarcare persone competenti, anche senza il placet dei magistrati e in totale è una formazione che, in materia di pragmatismo, per non dire di cinismo, batte tutti.
Se gli italiani votano per un simile partito e lo mandano al governo, poi non vengano a lamentarsi. Certo, soffriranno in particolare quelli che ragionano. Ma siamo in democrazia, e deve comandare la maggioranza, no?