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Politica
Di Battista: “Atteggiamento dell’ultimo mese e mezzo andava assunto prima."

Dal profondo del Movimento 5 stelle, arrivano le prime e forti turbolenze post elettorali, non solo da chi già aveva manifestato in altre circostanze il proprio dissenso nei confronti delle scelte della leadership (Di Maio), come le senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes, ma anche da una fedelissima di vecchio corso come Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze alla Camera. “Ora Luigi rifletta se deve dimettersi. Non si resta al governo a tutti i costi”. Cosi la deputata in un intervista rilasciata al Messaggero lancia un messaggio chiaro al vicepremier che ieri sera ha chiamato al rapporto l’intero stato generale in un vertice a Roma in cui era presente anche Alessandro Di Battista che ha dichiarato: “Atteggiamento dell’ultimo mese e mezzo andava assunto prima. Non farlo è stato un errore”. Aggiunge inoltre “Il governo deve andare avanti”.


Gianluigi Paragone: "L'assemblea è il luogo idoneo per maturare una scelta tutti insieme. Per me, la generosità di Luigi Di Maio di mettere insieme tre, quattro incarichi deve essere rivista, perché il Movimento per ripartire ha bisogno di una leadership politica h24. Dobbiamo tornare dall'io al noi". 

“C'è una responsabilità politica di questo brutto risultato che non spunta dal nulla ma ha radici lontane: penso all'esperienza di Roma” – continua la Ruocco. E quando gli chiedono se esiste una leadership alternativa a quella di Di Maio risponde – “Il Movimento è nato sulla condivisione dei valori, dei temi e dell'azione politica, e non su catene di comando”. Poi segue un’analisi dettagliata di questa sconfitta e spiega che il Movimento 5 stelle ha pagato l’essersi presentato solo nel 7% dei comuni in cui si votava per le amministrative risultando lontani dagli elettori ma anche colpa della comunicazione, non cosi efficiente e in ultima, “l’essere caduti nella trappola dell'immagine dell'uomo solo al comando che è antitetico al Dna del 5stelle”. Quando gli chiedono il perché dell’astensione del meridione lei replica che il reddito di cittadinanza non basta e ci vogliono ulteriori politiche per il Sud.

Non è l’unica donna del Movimento 5 Stelle che ha mostrato malcontento nelle ultime ore. Si perché ieri sera le dichiarazioni della senatrice Paola Nugnes sono state una vera e propria mazzata, l’ennesima - "E' il momento di aprire una fase costituente nel Movimento. Bisogna rimettere mano allo statuto del 2017 e rivedere il regolamento dei gruppi parlamentari. Credo che alla luce del risultato sia necessaria una revisione della struttura dirigenziale" e quindi "una ridiscussione della leadership di Luigi Di Maio". E continua come un fiume in piena: “Il responso delle urne, che ha visto il M5s precipitare al 17%, è la conseguenza di una strategia sbagliata, non è stato dato ascolto ad altri contributi all'interno del Movimento, ad altre visioni, altre sensibilità. E' dalla vittoria alle politiche che alcuni di noi, come delle Cassandre, mettono in evidenza i punti di debolezza di questa gestione, senza essere però ascoltati”.

E poi, Elena Fattori, colei che è uscita dall’Aula nel voto di fiducia posto dal governo sul decreto sicurezza e che ha votato a favore del processo per Matteo Salvini relativo al “caso diciotti”, ora punge il leader dei 5 stelle sull’alleanza con la Lega. “Di Maio finora è stato il decisore supremo. Ha fatto scelte in contrasto con i nostri principi e il nostro programma e in continuità con Salvini, dando ampio spazio solo alla modalità comunicativa” cosi ha tuonato a margine della conferenza stampa del vicepremier pentastellato che ammetteva la sconfitta elettorale. “Serve una fase ricostituente. Perché è evidente che il partito come l’ha impostato Di Maio, in modo verticistico, non ha funzionato” conclude Elena Fattori. Al momento le tre parlamentari sono le uniche che manifestano pubblicamente mal di pancia nei confronti della leadership ma presto potrebbero capeggiare la sempre più corposa corrente anti-Di Maio.

Gallo: "Di Maio e' il responsabile, si chieda se mollare. Non facciamo stampella Lega, torniamo ai temi identitari

Del risultato catastrofico del M5s alle urne "la responsabilita' e' tutta di Luigi Di Maio". Per il deputato 5S Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura, "sarebbe ora che Di Maio si chiedesse se e' in grado di guidare un governo a trazione M5s o se invece non sia il caso di lasciare". "Non ha senso - dice in un'intervista alla Stampa - portare avanti ancora un governo in cui noi facciamo da stampella alla Lega. Non possiamo restare incollati alle poltrone". "I nostri elettori hanno percepito finora un governo a trazione leghista e per questo in molti ci hanno abbandonato. Sarebbe il caso di invertire la rotta, smetterla di inseguire i nostri alleati e tornare a combattere alcune battaglie identitarie che in questi mesi sono state abbandonate", evidenzia Gallo. "L'ambiente dovrebbe essere la nostra stella polare. Abbiamo dimenticato dei temi centrali, per noi, intorno ai quali avevamo aggregato una comunita'. Questo e' il prezzo che paghiamo". Sulla leadership, "il Direttorio aveva i suoi limiti ma funzionava. Puo' tornare una formula del genere, purche' ci sia una pluralita' vera al suo interno. Se in un Direttorio ci mettiamo cinque fedelissimi del capo che fanno esattamente quello che dice lui, non risolviamo nulla", rileva Gallo, secondo cui "manca anche un'altra cosa: delle cabine di regia per valorizzare le competenze di tutti i portavoce del Movimento. Le chiediamo da un anno ma non arrivano ancora. Adesso vedremo con questa riorganizzazione del partito se qualcosa si muovera' o se invece continueremo a tenere una Ferrari in garage".

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