M5S, Lega e Tria, le tre entità che frullano al Mef
L'exit strategy di Di Maio e di Salvini
Non è solo giallo e blu questo Governo, è un ircocervo, un cerbero con tre teste, ovvero composto da grillo-leghisti, ma anche da un’altra testa pe(n)sante, e cioè quella del Ministro dell’Economia Giovanni Tria, non proprio sulla scia dell’esecutivo. Già, ogni proclama del Mef è cauto, ponderato, felpato, guarda ai numeri più che alle intemerate dei due vice Premier, guarda all’Europa e meno alla sovranità, guarda al deficit – forse – anche più della frustata al cavallo della crescita.
Ma le forze centripete che all’epoca della formazione della squadra silurarono il “cigno nero” Savona per quel dicastero, accontentando Mattarella, comunque hanno visto nella volontà politica un istinto preciso a procedere. Questo fa venire il sospetto che, in fondo, sia Di Maio che Salvini una exit strategy in caso di difficoltà sulla manovra economica con Bruxelles, se la fossero già auto creata.
In soldoni, nel caso in cui le pressioni esogene avessero impedito di fatto la realizzazione di buona parte delle riforme economiche, con lo stesso Ministro (scelto da loro, ricordiamolo) di traverso, allora avrebbero avuto un buon motivo per riportarci alle urne, consolidare una maggioranza ancora più bulgara, e questa volta imporre al Colle ogni nome blindato.
Il risveglio della Democrazia è un processo lento, oggi abbiamo avuto l’esplosione delle coscienze grazie all’emergenza immigrazione, finalmente la gente s’è ribellata, ma il grande potere dell’inconscio di un popolo va riacceso sulle partite che possono davvero incidere sulla qualità della vita, come tasse, pensioni, moneta, nazionalizzazioni, controllo del mercato e della finanza.
Per anni ci siamo ubriacati di supini moniti sulla leva del senso di colpa, ci hanno spiegato fossimo brutti, cattivi, inadempienti ed indebitati. Dovevamo pagare pegno e lo shock arrivò con l’abdicazione di Silvio Berlusconi e l’installazione di un fantoccio manovrato da organi sovranazionali. All’epoca gli applausi della sinistra furono scroscianti, sulla tomba della dignità elettorale. Adesso quella sbornia è passata, con tanto mal di testa, ma l’Italia si rialzerà.
@andrewlorusso
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