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Politica
M5S: legami renziani-magistrati arrestati. Il Pd prenda le distanze da Lotti


"Dall'inchiesta che ha condotto all'arresto dei magistrati Savasta e Nardi emergerebbe, stando a quanto riportato oggi da articoli di stampa, ancora una volta l'ombra di una connessione con il Partito Democratico. Ci sarebbero, dunque, di nuovo uomini dell'ex governo Renzi sullo sfondo di episodi legati a scambi di favori e giri di mazzette". Lo afferma Francesco Silvestri, vice presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati. "Dopo il rinvio a giudizio nel caso Consip, l'ex sottosegretario Lotti in questo caso veste i panni dello smemorato: 'Non ricordo', e' cio' che avrebbe risposto agli inquirenti a proposito del suo incontro con il magistrato Savasta e Luigi Dagostino, ex socio di Tiziano Renzi che tramite quest'ultimo avrebbe fissato l'appuntamento. Chi ricorda perfettamente tutte le malefatte del PD renziano pero', ne siamo sicuri, sono gli italiani. Gli attuali vertici del PD affermano come un mantra che in vista delle europee hanno una forte voglia di rinnovamento. E allora perche', invece di tacere, non prendono le distanze da Renzi junior, Renzi senior e Luca Lotti? Il ruolo della politica e' anche quello di tutelare i cittadini dai comportamenti che danneggiano la parte sana della societa', altrimenti diventa complice", conclude Silvestri.

MAGISTRATI ARRESTATI, MACINA (M5S): LOTTI NON RICORDA, MA PD PRENDA DISTANZE - “Nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Lecce, che vede 18 indagati, tra cui gli ex magistrati di Trani, Antonio Savasta e Michele Nardi, ancora una volta spunta fuori il nome di un amico di Renzi, Luca Lotti, che secondo la stampa avrebbe incontrato il pm Savasta. Lotti dichiara di non ricordare ma noi ci aspettiamo che il Pd prenda le distanze da questo e altri fatti giudiziari che vedono coinvolte persone vicine a Renzi”, così Anna Macina, deputata pugliese del MoVimento 5 Stelle, intervenendo sul caso dell’arresto dei magistrati Savasta e Nardi. “In attesa di maggiori dettagli sull’inchiesta ci aspettiamo una presa di posizione da parte del Pd, che millanta una volontà di rinnovamento durante questa campagna congressuale. Potrebbero iniziare mostrando senso di responsabilità davanti ai cittadini”, conclude Macina.

L’EX PM CHE INCONTRÒ LOTTI ARRESTATO PER CORRUZIONE

Michele Nardi e Antonio Savasta, due magistrati di Trani, sono stati arrestati ieri con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Nardi, secondo l’accusa, per aggiustare processi avrebbe ricevuto viaggi a Dubai, preziosi, opere di ristrutturazione per case a Roma e villini a Trani. Il suo atteggiamento, scrive il gip nell’ordinanza, in più occasioni ha rasentato la mafiosità, avendo “minacciato di morte l’imprenditore Flavio D’Introno di Corato che si rifiutava di consegnargli le somme pretese, millantando rapporti con massoneria e servizi segreti deviati”. Nel caso è coinvolto anche un ispettore di polizia di Corato (Bari), Vincenzo Di Chiaro collocato da Savasta al “servizio” dell’imprenditore D’Introno e chefungeva da spola tragli interessi corruttivi del pm e l’ufficio dello stesso che assicurava all’im prenditore di edulcorare le sue posizioni giudiziarie. Il Fatto Quotidiano racconta anche dei tentativi di Nardi di ingraziarsi il governo Renzi:

    E strumentale era stato un incontro, fissato per il 17 giugno 2015, con l’ex sottosegretario Luca Lotti, organizzato dall’imprenditore Dagostino, il quale dal magistrato otteneva tutele per quei fascicoli che potevano rappresentare delle grane. “Nonostante le sollecitazioni della Finanza – è scritto nell’ordinanza – Savasta non procede nei confronti di Dagostino, omettendo sia di iscriverlo che di trasmettere gli atti alla Procura di Firenze”.

    INTERROGATO dai pm il 13 aprile 2018, Dagostino spiega così l’incontro: “Siccome tramite Tiziano Renzi l’unico politico che avevo visto 3 o 4 volte era Lotti (…) decisi che lo potevo portare da lui. Effettivamente fissai con Lotti tramite Tiziano Renzi (estraneo alle indagini, ndr) un appuntamento dicendogli che volevo portare un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge”. Così Dagostino con Savasta va a Palazzo Chigi: “Li presentai e me ne andai e non assistetti al colloquio che durò 30/40 minuti”.

    L’ex ministro, da parte sua, ai magistrati dice di non ricordare di cosa si parlò durante quell’incon tro: “Dagostino aveva preso appuntamento con me e mi disse che avrebbe portato il commercialista Franzè. Non ricordavo che volesse portare anche altre persone. (…) –spiega Lotti ai pm sentito come persona informata sui fatti – Non ricordo se Savasta mi chiese qualcosa per sé perché non ricordo bene come si svolse tale incontro”.

    Sull’incontro è stato sentito, il 13 aprile 2018, anche l’avvocato Sfregola che fornisce un’ulteriore versione: “Savasta espose a Lotti del problemi delle norme ambientali che aveva rilevato in una sua indagine sull’Alta Murgia, Lotti si complimentò per l’esposizione tecnica e disse che si sarebbe segnato le lacune segnalate”. Quando i pm gli fanno notare che si tratta di una circostanza poco credibile, Sfregola raddrizza il tiro: “Alla mia presenta non fu chiestonulla di esplicito a Lotti. Ma in realtà Savasta esponendo le problematiche della normativa ambientale si era messo a disposizione di Lotti, laddove avesse avuto bisogno di comporre una qualche commissione di studio a Roma”.

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