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Politica
M5s, Lorenzoni: "Con l'Ue costruttivi. Governare non è prendere like"

Marco: Buongiorno Gabriele, prima di diventare Deputato quali erano le sue competenze e quali sono i temi di cui si è occupato prevalentemente in Parlamento.

Gabriele: Laureato in ingegneria gestionale, consulente di sistemi informativi per le grandi imprese a Milano, e appassionato di temi economici in Commissione Bilancio: il mio autore preferito è il prof. Sergio Cesaratto. Quest'anno l'ho dedicato principalmente al territorio del Centro Italia dove sono originario, devastato, oltre che dal terremoto, dallo spopolamento, da una cronico deficit infrastrutturale e da una ricostruzione ingessata dalla burocrazia, seguendo con l’ex-sottosegretario Vito Crimi i provvedimenti dove poter incidere con emendamenti inseriti e approvati, dal decreto Terremoto, al decreto Emergenze, alla legge di Bilancio fino allo Sblocca-Cantieri, e raccogliendo gli ulteriori spunti dalle amministrazioni del territorio in una proposta di legge che presto vedrà la luce: un lavoro frustrante, perché non è sufficiente per risolvere dei problemi enormi.
 
Marco: Come collocherebbe lei il M5s dal punto di vista economico e geopolitico (USA, UE ecc)? Ci ha colpito molto questo suo intervento sulla Legge di Bilancio 2019 https://www.youtube.com/watch?v=APkZqVgluyk.

Gabriele: Abbiamo sempre fatto della lotta all'austerity, ai privilegi e alle disuguaglianze sociali il nostro cavallo di battaglia. Siamo post-ideologici e questo credo valga anche per la linea economica. Personalmente mi ritengo un post-keynesiano e credo lo si possa desumere dall'intervento alla Camera sulla Manovra del Popolo (che hai ricordato) e sulla dichiarazione di voto sul decreto nato per evitare Procedura di Infrazione del luglio scorso. Per differenziarci dal resto del panorama politico, la nostra unica stella polare sono gli interessi dei cittadini, non delle varie lobby (delle banche e della finanza, del cemento, degli industriali senza scrupoli per l’ambiente, degli speculatori in odor di mafia...) a cui in maniera più o meno variegata devono rispondere le altre forze politiche, vecchi o nuovi “alleati”, che noi in maniera pragmatica “sfruttiamo” per raggiungere risultati utili per i cittadini.

Geopoliticamente siamo alleati USA, i nostri principali partner sono per forza di cose Francia e Germania alias l'asse portante dell'architettura UE, ma guardiamo a est nel solco degli interessi nazionali, come dimostrato con il lavoro fatto in merito alla Via della Seta, e siamo contrari alle sanzioni alla Russia.

Marco: Da oltre 3 decenni abbiamo una spesa pubblica per beni e servizi (primaria) bassa sul PIL ma gli interessi passivi sul debito rendono la spesa pubblica totale eccessiva: non sarebbe il caso che la BCE agisse come prestatore di ultima istanza affinché ciò non accada?

Gabriele: Sfondi una porta aperta facendomi questa domanda, ma ti schianti contro un muro invalicabile a Francoforte. Se la BCE fosse lender of last resort andrebbe contro il proprio statuto, che si fonda sulla lotta all'inflazione e non alla disoccupazione. Nel Nord Europa solo parlare di questo è visto come fumo negli occhi, perché significherebbe ridistribuire il debito europeo e dare di nuovo fiato ai Paesi "spendaccioni" (dal loro punto di vista) del Sud Europa e quindi aumentare l’inflazione e corrodere i risparmi dei “virtuosi”. Con il “bazooka” del QE si è aggirato questo problema salvando capra e cavoli, perché la BCE può finanziare gli Stati, se non sul mercato primario e quindi direttamente nelle aste dei titoli emessi, almeno su quello secondario, cioè in una fase successiva, quando questi titoli sono già nelle mani degli investitori.

Marco: La BCE emette con il QE ingenti capitali nel sistema finanziario ma l’inflazione non si muove perché non percolano nell'economia reale: non sarebbe più sensato destinarli in politiche fiscali cioè in investimenti in scuola, sicurezza, infrastrutture ecc?


Gabriele: Alla fine dello scorso anno, con il QE risultavano acquistati titoli di stato per oltre 2.100 miliardi di euro e obbligazioni corporate per 178 miliardi. Il QE è l'atto conclusivo di un ciclo che inizia dai finanziamenti a tassi agevolati alle banche, i cosiddetti LTRO e TLTRO, che dopo la crisi furono utilizzati dagli istituti di credito in particolar modo per fare incetta dei titoli di stato rischiosi, a basso prezzo e medio-alto rendimento (per lo più italiani e spagnoli, discorso a parte per quelli greci) in modo da abbassare lo spread con quelli a rendimento molto basso o negativo (soprattutto tedeschi). Col QE si è "chiuso il cerchio" perché quelle stesse banche hanno rivenduto alla BCE sul mercato secondario quei titoli e hanno fatto profitti, sistemando in alcuni casi i buchi dei propri bilanci. Così si sono salvati gli Stati e le banche dal fallimento creando miliardi di euro con un semplice click sul mouse, ottenendo due piccioni con una fava, ma senza avere alcun effetto su crescita dell'economia reale e dell’inflazione.

Ora si torna ad un nuovo ciclo di QE ripetendo lo schema, l'unico schema che attualmente permette all'assetto dell'euro di tenersi a galla. Nel suo ultimo discorso all’EuroTower Draghi ha lanciato proprio l’idea di “essere aperti a idee nuove” come quelle della Teoria Monetaria Moderna (MMT), per la quale la BCE dovrebbe distribuire denaro nell’economia reale tramite lo strumento dell’ “helicopter money”, versando denaro direttamente nelle tasche di cittadini e imprese. Forse si è reso conto anche lui che il QE non può essere la risposta definitiva per salvare l’architettura della moneta unica.

Da ultimo, la BCE con la leva del tasso di interesse non riesce a raggiungere il suo obiettivo principale, cioè l'inflazione di poco sotto al 2%, semplicemente perché questi strumenti sono pensati per contrastare o meno l'inflazione, ma non per aumentarla.

Marco: I grossi capitali predatori puntualmente aggrediscono (spread) i paesi ricchi in bellezze naturali e artistiche che sono ricchezze reali: sono interessati a privatizzarle o si spingono oltre influenzando e controllando la nostra democrazia come accade da decenni in Africa Occidentale (Franco CFA ecc)?

Gabriele: Si spingono oltre ovviamente. La Grecia è il più grande successo, non dell’Euro come diceva Monti, ma proprio dei grandi capitali stranieri predatori, con porti e aeroporti svenduti ai multinazionali tedesche e cinesi, ottenuto oltretutto in un Continente che dal dopoguerra era basato sul concetto di welfare e benessere sociale, da contrapporre al modello sovietico. Caduto il Muro e riunificata la Germania, da Maastricht in poi questo traguardo raggiunto è stato intaccato.

Marco: Sono autore del saggio socio-economico “Il neoliberismo che sterminò la mia Generazione” presentato nel 2016 con i Parlamentari pentastellati M.Bernini, Ciprini, Corrao (europarlamentare) ergo le toccano altre domandine “imparentate” con le precedenti, mi capisca: l’austero “Pareggio di Bilancio” ed il Fiscal Compact sono basati su uno studio (Rogoff-Reinhardt) contenente un banale errore Excel che una volta corretto mostra che per crescere è necessario puntare su politiche espansive cioè l'opposto dell'austerità: alla luce di ciò il M5s abolirà questi dispositivi mettendo mano alla Costituzione o gli alleati glielo impediranno?

Gabriele: Diciamo che lo studio R-R ha costituito una buona base propagandistica delle misure da te riportate. Ormai anche gli europeisti più fideistici hanno capito che l’austerità espansiva è un ossimoro nei termini, per cui sono abbastanza ottimista che la nuova Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen modificherà il Fiscal Compact anche sostanzialmente. L’obiettivo dichiarato del nostro Governo è quello di scorporare almeno gli investimenti “verdi” dal computo del deficit e penso sia un’obiettivo realizzabile. Siamo pragmatici e per ora non credo serva scomodare un nuovo cambio della Costituzione sul pareggio di bilancio (che non era neanche nell’agenda del governo giallo-verde) che avrebbe il solo effetto di indispettire la Commissione. Al contrario, la Lega mettendosi contro tutto e tutti si pone nei confronti dell’Unione con un atteggiamento che mette a rischio il Paese: ad un eventuale futuro governo Salvini-Meloni-Berlusconi che porterebbe la credibilità internazionale dell’Italia ai minimi termini, seguirebbe un altro governo di “tecnici macellai” stile Monti-Fornero, è la storia che ce lo insegna.

Marco: Patto per i lavoratori: nel mio saggio proposi un salario orario garantito di 7.50 euro lorde con un correttivo di + o – 10% in base al tenore di vita provinciale. Che ne pensa?

Gabriele: Al netto dei tecnicismi che andranno concordati con le sigle sindacali, credo che tenere conto del costo della vita su base provinciale, unito ad un buon utilizzo dei fondi strutturali europei sia un ottimo strumento che abbiamo per far convergere progressivamente l’economia dell’Italia del Nord con quella del Centro-Sud. Sottolineo la parola “Centro” poiché nella dicotomia tra Nord e Sud si dimentica che in alcune aree interne depresse il Centro Italia si trova in una situazione peggiore, non potendo neanche usufruire delle agevolazioni destinate al Mezzogiorno. Sono convinto che certe misure si debbano ampliare, e le ZES (Zone Economiche Speciali) ampliate al Centro-Nord sono un esempio che si può fare, ma non basta, se si vogliono mantenere le attuali geografie regionali.

Marco: Come sa io definisco (cit. M.Gustinicchi) “Briciolesimo” le politiche economiche fatte con le briciole che la UE ci impone. Le faccio un esempio: servirebbero minimo 20 miliardi da destinare al cuneo fiscale ed invece leggiamo che esso ne peserà solo 3 o 4. Non correte il rischio di sembrare un “PD reloaded” e disperdere la vostra anima che si contrapponeva a questa impostazione? Il briciolesimo sembra quasi una religione.

Gabriele: No, con la UE come già detto dobbiamo procedere step by step per obiettivi raggiungibili ponendoci in un’ottica critica ma costruttiva. Andare allo scontro in queste condizioni di “vincoli esterni” ci farebbe solo del male. Poi se stessi all’opposizione sarei d’accordo con te, ma un conto è fare le rivoluzioni a parole per prendere likes e voti, un conto è governare il cambiamento dentro un sistema economico ben definito.

Marco: La scorsa legge di bilancio introdusse il Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Per cosa sarà ricordata la prossima?

Gabriele: Per gli investimenti verdi e il cashback sui pagamenti tracciabili, che rivoluzionerà lo stile di acquisto degli italiani e oltre ad essere un utile strumento di lotta all’evasione, sarà percepito dai consumatori come un risparmio concreto alla fine del mese e stimolerà la domanda interna a beneficio delle imprese e delle attività commerciali.

 

Raramente nelle interviste si entra in profondità come in questo caso, ringrazio quindi il Deputato Gabriele Lorenzoni per la gentilezza e la competenza dimostrata.

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