M5s, mattanza di grillini: dopo Pomezia traballa l'amministrazione a Nettuno
A rischio crollo l'amministrazione m5s a Nettuno, dove la giunta pentastellata si è dimessa in blocco per faide di potere interne
Continua la mattanza fra grillini sul litorale romano. C'era una volta l'amministrazione meravigliosa di Pomezia con la giunta del sindaco pentastellato Fabio Fucci, incensata a ogni piè sospinto sulle pagine relative al Movimento Cinque Stelle.
Ma si sa, fra grillini si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, un giorno sei alle stelle e il giorno successivo nelle stalle. E così, oggi, Fucci - dopo aver criticato la regola del due mandati - è giudicato una specie di pariah, di "appestato", di sostanza velenosa da eliminare con qualunque antidoto possibile. I consiglieri pentastellati hanno quindi deciso per l'appunto di dimettersi en masse a Pomezia, facendo cadere l'esecutivo di Fucci e arrivando alle nuove elezioni con un commissario prefettizio, e - magia del mondo grillino - sono stati imitati a stretto giro anche a Nettuno.
Qui le diatribe tra le stelle sono di ordine venale, ovvero questione di incarichi di maggior prestigio in Regione o al Senato e alla Camera dei Deputati, con consiglieri che - malgrado la carica - hanno comunque partecipato alle primarie interne per le candidature in Parlamento o alla Pisana.
Scrive Clemente Pistilli su Repubblica.it: "A Nettuno il malessere tra i pentastellati serpeggia da tempo e, dopo le elezioni del 4 marzo, è esploso due giorni fa in occasione del consiglio comunale, quando dieci consiglieri grillini hanno presentato un documento in cui sostenevano di essere pronti a non votare il bilancio e a dimettersi se il primo cittadino Angelo Casto non avesse revocato le deleghe al suo vice Daniele Mancini e agli assessori Guido Fiorelli e Stefano Pompozzi".
La vicenda si è esacerbata, e il risultato è stato - da parte di tutta la giunta - di rimettere le deleghe. Gli assessori comunali, dal canto loro, si sono impuntati sostenendo che, in caso di non conferma in blocco della giunta, avrebbero dato tutti forfait, "e per tutta risposta il sindaco ha accettato subito le dimissioni, cercando così di garantirsi la maggioranza e azzerando l’esecutivo alla ricerca di figure gradite ai suoi consiglieri".
Ma potrebbe essere un punto di non ritorno, e la decisione del sindaco Casto portare al crollo dell'amministrazione di Nettuno, che traballa sempre più. Una situazione che, come nel caso dei municipi romani, o di altre amministrazioni in giro per l'Italia, nel mondo grillino è più frequente che mai.