M5S, Raggi e Appendino le madame Dorè della politica
Raggi ed Appendino: le madame Dorè della politica. Le due sindache del M5S a confronto. ANALISI
La sindaca di Roma Virginia Raggi è una di quelle donnine che parlano poco ma ti guardano di sottecchi e fanno faccette che comunicano al mondo il loro elaborato interno che sembra complesso, ma spesso è solo povero.
La sindaca Raggi ieri ha battibeccato con i cronisti rei di “spiarla” fuori dalla dimora della borgata Ottavia, zone ovest di Roma dove risiede e che vide i primi vagiti delle sue lotte “politiche” stimolata dal separando marito famoso per una melassosa lettera pubblica alla moglie appena eletta per farla tornare con lui.
La sindaca Raggi ha anche rimproverato (e fotografato a sua volta per ritorsione un po’ alla Erdogan) i giornalisti, “mi fate un po’ pena”, di scavare nella monnezza in cerca di un Pulitzer e di non rispettare il pargolo scordandosi che proprio lei lo ha clamorosamente esibito in Campidoglio il giorno del suo insediamento.
È questo comportamento strafottente –beccata qualche giorno fa a fare la spesa con la scorta- che sta facendo perdere la pazienza ai romani ed anche a chi alla “Sindaca della teleferica” aveva incautamente creduto.
Tuttavia quello che oggi è successo è un autogoal per “l’altra Sindaca”, Chiara Appendino prima cittadina di Torino che finora ha lavorato bene e non ha dato spettacolo pubblico.
Non sappiamo se l’iniziativa di affacciarsi al balcone del Campidoglio con la Raggi sia sua o dei fantomatici direttori più o meno allargati o del Capo Genovano ma si tratta certamente di un clamoroso autogoal.
Il commento peggio della presenza: “abbiamo preso un buon caffè” linguaggio sdolcinato, radical –chic e fastidioso. Forse voleva prendere un “cattivo caffè” avrebbe detto Nanni Moretti?
Con tutti i problemi che ha Roma, la Giunta capitolina che sta letteralmente perdendo pezzi ogni giorno, errori a ripetizioni, e spettacoli pirotecnici di superficialità, non sentivamo proprio il bisogno della “filasciocca” del “buon caffè” con l’immagine di due brave donnine che si fanno i sorrisini mentre la città è ferma.
Naturalmente non è una critica di genere; ci sono anche i “bravi ragazzotti” come Di Battista e Di Maio a pareggiare il conto.
L’Appendino, come detto, finora ha fatto bene e mischiare la sua immagine al disastro romano non può che danneggiarla in termini personali ed apportare ben poco al Movimento.
L’associare la sua immagine di “donna del fare” con quello della Raggi “donna del non fare” o “fare male” non può che innescare un processo di degrado della sua immagine pubblica.
Lo scaltro Grillo, ad esempio, si è ben guardato quando è venuto a Nettuno da Di Battista, a mischiare la sua immagine a quella della Raggi; ma Grillo è Grillo, e un po’ di esperienza ce l’ha, L’Appendino invece no ed è clamorosamente scivolata sulla sua prima vera buccia di banana.