M5S: Raggi, Marra e... La verità sul caos nei 5 Stelle
M5S: Incompetenza, supponenza e anarchia. Analisi
Incompetenza, supponenza, anarchia: i tre ingredienti della ricetta con cui i grillini stanno cucinando l’Italia a fuoco lento, preparandola per il baratro definitivo. Il mix d’incapacità, di protervia e di nichilismo è sotto gli occhi di tutti, malgrado i sondaggi li vedano vincenti grazie soprattutto agli errori della Sinistra e alle divisioni della Destra. Come scrive Daniele Cinà, "crescono perché si nutrono degli errori degli altri, Incassando la percezione negativa delle persone." E questo nonostante i tre elementi distruttivi di cui sopra.
Gli esempi sono vari. Adducendo come giustificazione un periodo di riposo suggerito dai medici, Virginia Raggi parte per la settimana bianca in una settimana a dir poco cruciale per Roma. Malgrado fossero previste da giorni e giorni le discussioni in Campidoglio sulle condizioni delle Giunta dopo le vicende giudiziarie che coinvolgono direttamente la sindaca e i suoi ex collaboratori e sulla questione dello stadio della Roma; malgrado fosse stato indetto un incontro con i lavoratori della Multiservizi cui il M5s in campagna elettorale aveva fatto una marea di promesse al momento mai mantenute; malgrado sia in programma per il fine settimana la celebrazione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma (con vari problemi di ordine pubblico per annunciate proteste in piazza), la Raggi parte all’improvviso infischiandone della città, mancando anche la celebrazione annuale alle Fosse Ardeatine, primo sindaco a non presenziarvi nella storia dell'anniversario.
Le vacanze pasquali sono a un tiro di schioppo: non sarebbe stato più maturo e assennato posticipare la partenza e presentarsi almeno in aula per discutere dei propri guai giudiziari? Evidentemente, viste le foto che la ritraggono spensierata sulle piste innevate del Trentino, era più urgente la “scioterapia”, per usare il divertente neologismo utilizzato da Adriano Palozzi, consigliere di FI alla Regione Lazio, nella sua video-rubrica in cui dà “consigli” alla sindaca affrontando di volta in volta i vari problemi che affliggono la Capitale.
Problemi che, dopo essere stati sviscerati anche da tutta la stampa estera, sono stati ricordati recentemente dal New York Times, secondo cui a Roma “le strade sono dissestate, i trasporti pubblici sono lenti e la raccolta dei rifiuti sembra molto meno frequente dei dibattiti sui guai più recenti della Raggi”. Possiamo aggiungere anche il fatto piuttosto condannabile del mancato rientro a Roma in occasione dell'attentato terroristico a Londra che ha alzato i livelli d'allarme in tutta Europa e, in particolar modo, nelle capitali.
All’incompetenza si somma poi la supponenza. L’ex braccio destro della Raggi Raffaele Marra, provato da mesi e mesi di carcere, si sfoga con Roberto Giachetti lamentandosi che nessuno dei grillini è mai andato a trovarlo, non spendendo tantomeno una sola parola a suo favore malgrado nel mondo pentastellato romano – e lo abbiamo appreso dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni pubbliche dei vari “big” del M5s – fosse corteggiatissimo e più desiderato di Figaro. Chi lo voleva nel Municipio dov’era assessore la propria moglie (Marcello De Vito); chi lo supplicava di restare al suo fianco (Virginia Raggi); chi lo chiamava con deferenza “capo” (Salvatore Romeo) e così via. Ora Marra è abbandonato in carcere come un reietto, nonostante abbia rivestito un ruolo di cruciale importanza per l’insediamento della compagine grillina in Campidoglio. Una supponenza, quella pentastellata, che deriva direttamente dall’autoritarismo di Beppe Grillo, che – abbandonati da tempo i panni del “semplice megafono” – esercita ormai diritto di vita e di morte sugli esponenti del suo partito. Come dimostra il caso di Marika Cassimatis a Genova, silurata malgrado avesse vinto le consultazioni on-line, in quanto sgradita ai vertici (benchè, fino al momento precedente fosse protagonista di tutta una rapsodia di selfie con lo stesso Grillo le varie pentastar di turno).
L’anarchia, poi, è il terzo elemento che contraddistingue il M5s, il più preoccupante di tutti. La protesta portata avanti dagli eletti pentastellati con il tentativo di occupazione dell’ufficio di Presidenza riguardo alla questione dei vitalizi dei parlamentari – che hanno stroncato l’inattuabile proposta del Movimento con risparmio zero a favore di quella del PD che farà invece risparmiare da subito svariate migliaia di euro agli italiani – è testimone di un’aggressività da parte degli stessi eletti grillini che fa davvero paura, specie se poi convogliata nei comizi di piazza di fronte alle folle alimentate dal continuo battage demagogico on-line propugnato dagli innumerevoli siti che fanno capo alla galassia pentastellata, pieni zeppi di fake-news. Lo stesso vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – e possibile futuro premier – pare addirittura giustificare future violenze da parte del popolo, smentendo poi di averlo fatto. Le dichiarazioni, tuttavia, forti, chiare e inquietanti restano.
Incompetenza, supponenza, anarchia, insomma. Un mix agghiacciante dalle conseguenze inimmaginabili che – a questo punto si prega – non arrivi mai al governo della Nazione.