Virginia Raggi perde un altro pezzo. Stefano Bina ha rassegnato le dimissioni da direttore generale dell’Ama, l'azienda municipalizzata romana che si occupa del recupero dell'immondizia della Capitale. Come ben ricostruisce Vincenzo Bisbiglia sul Fatto Quotidiano: Bina è "l'ennesima testa saltata a via Calderon de la Barca in questo anno e mezzo di amministrazione pentastellata, dopo i precedenti addii dei manager Daniele Fortini, Alessandro Solidoro e Antonella Giglio – oltre all’ex assessore Paola Muraro – tutti, eccetto Fortini, formalmente nominati e poi rimossi dalla sindaca Virginia Raggi".
Travolti dal ciclone mediatico della non ricandidatura di Alessandro Di Battista, la nuova arma di distrazione di massa scatenata dal m5s, pochi si sono accorti dell'addio di Stefano Bina, per "motivi strettamente personali" come da nota ufficiale di Ama. Il FQ, tuttavia, segnala che le dimissioni sarebbero già state presentate fin da settembre.
Il motivo, scrive Bisbiglia, "starebbe in una sostanziale incompatibilità metodologica nella gestione societaria fra Bina e l’attuale filiera gestionale del settore rifiuti a Roma, che vede in cima l’assessore Pinuccia Montanari e subito dopo l’attuale presidente del cda, Lorenzo Bagnacani". E ancora: "Bina fu nominato dg il 16 agosto 2016, scelto dall’allora amministratore unico Alessandro Solidoro, a sua volta uomo di fiducia di Marcello Minenna, primissimo assessore al Bilancio della Giunta Raggi, quando all’Ambiente c’era Paola Muraro. Un’altra era geologica, eppure sono passati appena 15 mesi".
Chi sostituirà Stefano Bina? Probabile che la carica resti in mano ad interim a Bagnacani, ma Bisbiglia sul FQ sottolinea che potrebbe essere a rischio anche il direttore del personale Saverio Lopes, uomo fidato di BIna. Insomma, un altro terremoto in un'altra municipalizzata romana in un anno e mezzo soltanto, e praticamente nessuno ne parla, nessuno opera una riflessione, nessuno - soprattutto - alza la voce.
Intanto Roma, con il m5s, sembra in stato catatonico, sotto l'incantesimo del sonno della Bella Addormentata nel Bosco. Sulla scia del glorioso e sempiterno motto "panem et circenses", la Roma grillina offre ben poco del primo ma tanto dei secondi, e il nuovo psicodramma collettivo riguardo al non addio di Alessandro Di Battista alla politica è soltanto l'ennesimo svago gossipparo-mediatico per distrarre dai guai che affliggono la Capitale. Come in una perenne stagione del Grande Fratello, e non per niente Rocco Casalino responsabile della comunicazione grillina viene proprio di lì, a intervalli regolari deve prorompere un nuovo colpo di scena per rinfocolare l'attenzione. Dopo il non addio alla politica del giovane frontman pentastellato, presto forse ci sarà un matrimonio, perché la fictionalizzazione della politica deve continuare e in questo campo i grillini sono i maestri. E chissenefrega se Roma sprofonda nel degrado mentre nelle stanze dei bottoni prosegue inperterrito il valzer delle poltrone.