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Politica
M5S/ Sicurezza, Tav, Reddito e Cina. Di Maio si riprende il palcoscenico
LUIGI DI MAIO (foto Lapresse)

 

Luigi Di Maio si sta riprendendo il palcoscenico del governo ribadendo la centralità politica e numerica del Movimento che, ricordiamolo, lo scorso marzo quasi doppiò la Lega: 32,7% contro il 17.7% rapporto che ora i sondaggi (con il valore che possono avere) danno invertito: 23% contro 31% (Piepoli 21.3.19).

In ogni caso le sconfitte M5S nelle regionali in Abruzzo e Sardegna e il successo della Lega in coalizione con il centro-destra hanno suonato un campanello d’allarme che ha convinto i vertici grillini ad insistere sui temi cari al Movimento anche se questo può portare a contrasti con la Lega.

Intanto c’è da registrare il successo del reddito di cittadinanza che comunque è una misura sociale che è uno dei loro cavalli di battaglia e che è in grado di riportare i voti pentastellati che sono tornati al Pd il quale, invece, nel campo del lavoro (e non solo), ha fatto sempre una politica “di destra”, come il job act.

Poi c’è stata la salda presa di posizione sul tema della Tav che ha disinnescato le pretese leghiste che volevano gratificare ulteriormente il loro elettorato imprenditoriale.

Sotto gli occhi di tutti è l’accelerazione con la Cina per la Via della Seta che ha portato l’Italia a firmare accordi storici di collaborazione economica che vanno addirittura ad altera equilibri mondiali.

Luigi Di Maio sulla Cina ha preso in mano la situazione non facendosi minimamente influenzare dai timidi tentativi di Matteo Salvini di mitigare l’accordo ed ha proseguito senza indugi e ripensamenti, anzi rivendicando orgogliosamente la propria totale autonomia come ministro dello Sviluppo economico.

Nel frattempo, ha poi aperto un altro fronte, dopo la sconcertante vicenda dei bambini rapiti, quello della sicurezza interna “invadendo”, in un certo senso, il campo leghista chiedendo un modello nazionale sulla base di quello Usa.

Altrettanto netta è stata la condanna dell’attentato a Palermo contro Chiara Natoli referente di Libera con la promessa della vicinanza dello Stato.

Fa bene dunque Di Maio a rivendicare il peso numerico del Movimento e a far capire alla Lega che i sondaggi sono panna montata finché non si trasformano in qualcosa di solido come un voto nazionale.

Dall’altra parte la Lega deve capire che se il M5S si indebolisce troppo a causa delle iniziative di Salvini a soffrirne sarà la stabilità dell’intero governo giallo - verde e non solo i Cinque Stelle.

 

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