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Politica
Macron più incisivo di Renzi: boccia il buonismo di Gentiloni sui migranti

"I criminali stranieri in situazione irregolare saranno espulsi dalla Francia". Mentre, in Italia, il Pd, con Veltroni e il premier, riafferma la linea...Gentilona e buonista sugli immigrati, e l'urgenza della legge sullo "ius soli", Emmanuel Macron ha confermato il giro di vite contro i clandestini, colti a commettere crimini. Lo ha fatto nella prima intervista in TV, 5 mesi dopo la sua elezione, con alle spalle una Marianne, firmata da Obey, e sullo scaffale il libro di Enrico Letta. Il Capo dello Stato ha accolto la richiesta più popolare della destra : la "doppia pena".

E la frecciatina, da parte del principale quotidiano francese progressista, "Le Monde", non ha tardato ad arrivare. La volontà di far vivere in Francia solo delle persone in possesso del permesso di soggiorno è stato uno degli slogan della campagna presidenziale di Macron. E, per quanto difficile, l'intenzione del successore di Hollande resta quella di rispedire nei Paesi d'origine le persone non autorizzate a vivere sul suolo francese. Anche sulle critiche al suo linguaggio- dopo la bufera, provocata dall'invito, fuori dai denti, rivolto ai suoi critici ("alcuni farebbero meglio a cercarsi un lavoro piuttosto che fare casino !")- Macron ha confermato l'intenzione di non parlare in politichese, bensì di usare espressioni popolari, come "bordel". E se lo avessero detto, nel teatrino politico nostrano, il silenzioso Sergio Mattarella o Paolo Gentiloni Silverj, detto "er moviola" ?...

Anche sulle questioni del lavoro, Macron è per l'innovazione : "Imprenditori, salariati e sindacati devono ripensare le forme del dialogo.Non basta una legge !" E ha negato di essere il "Presidente dei ricchi", come viene definito, con disprezzo, da Mélenchon, il vecchio leader dell'estrema sinistra, che ha dato di "nazista" all'ex premier, socialista, Manuel Valls. E ha fatto appello alla piazza contro il "governo dei plutocrati", dimenticando che anche Hitler, nella sua ascesa al potere, contrappose la piazza al governo, legittimato dal voto dei cittadini. Se, nella graduatoria dei leader più giovani, il trentanovenne Macron è stato superato dall'austriaco Kurtz, 31 anni, in Francia, già si parla di "génération Macron" : coloro che sono "en marche", con idee nuove, progetti ambiziosi, grande sete di potere. Non pochi gli imprenditori, definiti dalla stampa "les patrons derrière Macron", tutti tra i 35 e i 50 anni : manager, presidenti o direttori generali di importanti aziende, stanchi delle estenuanti trattative con i sindacati.

Di rilievo le differenze con Renzi : l'allievo di Michel Rocard (1930-2016) è arrivato all'Eliseo con la legittimazione popolare, mentre Matteo è salito a Palazzo Chigi senza essere stato votato, nelle "gabine", dagli italiani. E, dopo le prossime consultazioni, senza il sistema maggioritario, sarà già logorato. Emmanuel proviene dall'ENA, che forma gli alti funzionari dello Stato, il nostro è un politico puro. Macron ha scalato il Paese, dopo aver evitato le guerre interne al Ps, Renzi il partito. Come il francese, l'ex premier toscano si sarebbe trovato a suo agio solo in un partito personale. Ma ha preferito non lasciare i compagni, ritenendo di avere poco spazio, fuori dal PD, e sottovalutando l'odio dei "fratelli coltelli". E, dunque, è costretto a passare le sue giornate a vedersela con gli ex amici e con gli oppositori interni, come Orlando e Franceschini.

"Trop bordel", direbbe Macron, che snobba le polemiche astiose dei demagoghi alla Mélenchon, muovendosi nel solco di Napoleone Bonaparte (1769-1921) e di Charles de Gaulle (1890-1970). Due personaggi diversi, ma ammirati dal "Superpresidente" di Amiens che, come i suoi predecessori, si propone di restituire al Paese la "grandeur" e un rango universale. E, come primo ministro, ha scelto un uomo della destra moderata, Edouard Philippe, 47 anni, Sindaco di Le Havre e scrittore de "L'heure de la verité" : è lui il volto delle annunciate, profonde riforme, che dovrà coesistere con l'inquilino dell'Eliseo e convincere l'elettorato gollista, che ha votato Macron, ma non è ancora del tutto conquistato dal giovane Presidente, ex ministro di un esecutivo socialista.

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