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Politica
Manovra: da Camera ok definitivo con 313 sì. E' legge

La manovra ha avuto il via libera finale e dafinitivo dall'Aula della Camera, con 313 si' e 70 no. Arriva così a conclusione un iter tortuoso, caratterizzato da frizioni interne all'esecutivo, polemiche con le opposizioni e momenti di tensione con l'Ue.

Manovra: Conte, soddisfatti. Ora qualche giorno di pausa

"Siamo soddisfatti dell'approvazione. Ora ci prendiamo qualche giorno di pausa". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lasciando Montecitorio al termine della votazione sulla manovra economica. "Gli italiani si accorgeranno presto, degli effetti positivi della manovra del popolo. Facciamo entrare in vigore le norme".

Manovra: Di Maio, prima scritta con cuore e pensando a italiani

"E' la prima legge di bilancio scritta con il cuore e pensando agli italiani. Abbiamo ancora tanto da fare, ma la strada e' quella giusta". Lo scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio. "Voglio dire grazie a tutti. Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto in questi mesi. Grazie a tutti i nostri iscritti. Grazie a tutti i nostri attivisti. Grazie a tutti i nostri deputati e senatori che hanno tenuto duro fino alla fine. Grazie a tutti i ministri. Grazie al Presidente Conte. Grazie a tutti gli italiani, grazie alle persone che il 4 marzo hanno creduto in noi e che hanno reso possibile tutto questo. Se l'Italia ha iniziato oggi un percorso di cambiamento e' anche merito di ognuno di voi", aggiunge il capo politico del Movimento 5 stelle. "Viva l'Italia e viva il MoVimento 5 Stelle. Il 2018 finisce bene e il 2019 puo' iniziare ancora meglio! Adesso qualche giorno di pausa... Ci vediamo prestissimo! Vi abbraccio", conclude Di Maio.  

Manovra: Tria, e' quella che tutti noi volevamo

Giovanni Tria riprende il 2019 saldamente a Via Venti Settembre? "Non vedo perche' no", le voci di dimissioni "sono state smentite". "La manovra e' quella che tutti noi abbiamo voluto", rimarca il ministro dell'Economia lasciando l'aula di Montecitorio al termine della votazione sulla manovra.

Manovra: Fico, non potevo mandare Paese in esercizio provvisorio

Appena il tempo di lasciare l'emiciclo e salire nel suo studio e Roberto Fico, in maniche di camicia e senza cravatta, mette i puntini sulle i sui tempi di discussione della manovra. "Se oggi mi si critica perche' sarei stato parziale o fazioso dico che non e' assolutamente vero. Per questa come per tutte le altre che ci sono state e ci saranno ho dato il tempo massimo e congruo di discussione", spiega in diretta Facebook il presidente della Camera. "Non mi sono preso e non poteva prendermi la responsabilita' di mandare il Paese in esercizio provvisorio allungando i tempi di discussione", sottolinea. "Dobbiamo dare al Presidente della Repubblica il tempo congruo per esaminare ed eventualmente approvare la manovra", segnala ancora il presidente della Camera che assicura anche come "il percorso alla Camera non e' stato sicuramente in violazione del Regolamento". Riconosce, Fico che "il problema rimane" perche' testi come questo devono essere discussi "e ci vuole un lavoro molto lungo" ma osserva anche che "siamo in un quadro internazionale, in un'interlocuzione tra governo e Ue durata piu' del previsto" tanto che anche la stessa manovra "e' arrivata piu' tardi del previsto". Fico assicura anche che continuera' a lavorare per la centralita' del Parlamento.

Manovra: Moscovici, seguiremo da vicino sua esecuzione

"L'adozione del bilancio 2019 significa che gli impegni sottoscritti dall'Italia nel corso del costruttivo dialogo intrapreso con la commissione a partire da novembre hanno ora forza di legge". Lo afferma in una nota il commissario europeo agli Affari monetari, Pierre Moscovici, sottolineando che "tale dialogo non si e' mai soffermato su specifiche misure, ma sull'assicurazione che il deficit e il debito italiani rimangano su un sentiero sostenibile, nell'interesse die cittadini italiani e dell'intera Eurozona. La commissione", conclude Moscovici, "monitorera' attentamente l'esecuzione del bilancio e la realizzazione delle riforme programmate attraverso il semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche".

Manovra: Di Maio, soddisfattissimo

Laconico, ma visibilmente di buon umore, Luigi Di Maio si dice "soddisfattissimo" del via libero definitivo alla manovra. Scambiando poche battute con i cronisti alla Camera, al termine del voto, il capo politico M5s conferma per il 1 gennaio un suo intervento pubblico, via social, insieme a Alessandro Di Battista.

Manovra, le tappe: dall'esultanza sul balcone al deficit al 2,04%

 Il primo braccio di ferro sulla manovra risale a fine settembre e vede i due vicepremier sfidare il ministro dell'economia, Giovanni Tria, sulla definizione del deficit per il 2019; il primo round lo vincono Di Maio e Salvini che arrivano all'accordo sullo sforamento del deficit al 2,4% per mettere al sicuro i loro cavalli di battaglia: reddito di Cittadinanza e quota 100. E' la sera in cui Di Maio e i ministri M5S si affacciano dal balcone di Palazzo Chigi per festeggiare: le misure su cui Lega e Cinquestelle hanno costruito la loro campagna elettorale sono salve. La legge di bilancio viene per questo motivo ribattezzata dal leader pentastellato la 'manovra del popolo'.

La tappa successiva e' la trasmissione alla Commissione Europea del Documento di bilancio, la palla passa cosi' all'Ue. Inizia con Bruxelles un dialogo lungo che registra picchi di tensione seguiti da tentativi distensivi. Tria e Conte vanno piu' volte a Bruxelles per cercare di trovare la quadra con il vicepresidente della Commissione Ue responsabile per l'euro, Valdis Dombrovskis, e il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, per cercare di smorzare i toni che a giorni alterni si alzano da Roma.

Passano i giorni e intanto arriva novembre, mentre il Capo dello Stato rinnova piu' volte un appello a governo e commissione Ue perche' riaprano il tavolo della trattativa. Si entra cosi' nel vivo della sessione di bilancio con il il Decreto fiscale che anticipa l'approvazione di alcune norme. Il Ddl Bilancio comincia il suo iter dalla Camera, il 6 novembre, ma la Commissione Bilancio lavora su un testo che non sara' quello definitivo. Le norme clou della manovra, superamento della Fornero e reddito di cittadinanza, non sono esplicitate. Il governo giallo-verde prima di presentare il testo effettivo deve portare avanti in parallelo il negoziato con la Commissione europea con lo spettro della bocciatura incombente. L'8 dicembre il governo incassa il primo voto di fiducia alla Camera; la manovra da 37 miliardi, finanziata per circa 22 miliardi in deficit, passa al Senato dove deve essere riscritta. Nel passaggio a Montecitorio, infatti, ci sono state solo piccole modifiche. L'approdo a Palazzo Madama avviene il 10 dicembre e, nei giorni in cui il testo e' in Senato, la commissione Bilancio non ha modo di portare a termine neanche una votazione. Le misure principali come il 'saldo e stralcio', ovvero il nuovo condono per chi e' in difficolta' economica, la nuova clausola con gli aumenti Iva, i tagli ai fondi del reddito di cittadinanza e di quota 100 per le pensioni, la web tax, i finanziamenti e l'esercito in campo per fronteggiare l'emergenza buche a Roma e la proroga di 15 anni delle concessioni balneari entrano nel maxiemendamento su cui il governo, dopo vari slittamenti, pone la fiducia nell'Aula del Senato. Intanto l'Italia evita in extremis la procedura di infrazione sui conti. Per farlo porta il deficit 2019 al 2,04%, rimodula le clausole di salvaguardia per il 2020 e 2021, taglia i fondi al reddito di cittadinanza e a quota 100 e mette in campo un piano di dismissioni degli immobili pubblici. Una correzione da oltre 10 miliardi.

E' il 27 dicembre e il testo della manovra torna alla Camera per la terza lettura. In Commissione Bilancio la tensione e' alta: si tengono due audizioni in Commissione, prima quella del Presidente dell'Upb, Giuseppe Pisauro, che definisce la manovra "chiaramente recessiva" e poi quella del ministro Tria che per un attimo perde il suo proverbiale 'aplomb' sotto il fuoco incrociato delle opposizioni. Il testo arriva in Aula il giorno dopo e anche qui non mancano le polemiche con la discesa in piazza delle opposizioni e il flash mob dei gilet azzurri di Forza Italia a Montecitorio. Intanto ci vorra' un decreto apposito per le misure su quota 100 e reddito di cittadinanza che arrivera' nei primi giorni di gennaio.

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