Manovra, nessun taglio al reddito di cittadinanza. Platea di oltre 5 miloni
Manovra, fonti di Palazzo Chigi: il reddito di cittadinanza costerà circa 7,1 miliardi
Manovra, nessun taglio al reddito di cittadinanza: costerà 7,1 miliardi e avrà una platea di oltre 5 miloni
Nessun taglio alle risorse per il reddito di cittadinanza. Lo precisano fonti qualificate di palazzo Chigi a proposito degli stanziamenti previsti dal governo per la misura 'bandiera' dei 5 stelle a fronte, sottolineano le stesse fonti, di "fake news e voci di ogni tipo sul fatto che in seguito alle trattative con la Commissione europea avremmo tagliato i soldi per questa misura. E' un falso. La misura del reddito di cittadinanza non ha subito alcuna variazione. Infatti nelle previsioni iniziali abbiamo stimato che, nell'arco di 12 mesi per ognuno dei prossimi tre anni, i costi del reddito di cittadinanza sarebbero stati i seguenti: 2019: 9 miliardi, 2020: 9 miliardi, 2021: 9 miliardi".
Quindi, da Chigi ribadiscono che la "platea di coloro che hanno diritto al reddito di cittadinanza e' di oltre 5 milioni e la misura funzionera' ad integrazione del reddito familiare. Questo significa - viene spiegato - che chiunque vive con meno di 780 euro, e non ha (escluso la prima casa) ne' un patrimonio immobiliare superiore a un certo valore oltre alla prima casa ne' una ricchezza finanziaria accumulata, avra' un'integrazione a 780 euro al mese: esattamente quello che abbiamo detto per 5 anni. Nel dettaglio, i beneficiari del reddito di cittadinanza potranno avere un'integrazione fino a 9.360 euro all'anno".
"Le modifiche attuali - spiegano ancora le stesse fonti di governo - sono dovute a due ragioni. La prima e' una valutazione tecnico-statistica. Storicamente, le misure di sostegno sociale non sono richieste da tutti coloro che fanno parte della platea degli aventi diritto: sulla base dell'esperienza recente, la percentuale di chi fa richiesta non e' stata superiore all'80%. Ad esempio, le domande per il Rei sono state presentate da circa il 50% di chi ne aveva diritto. Rispetto alla stima iniziale dei costi presentata a settembre, che si basava sull'ipotesi che tutti gli aventi diritto al reddito di cittadinanza ne facciano richiesta, le nostre nuove relazioni tecniche sono comunque molto prudenti perche' si basano sull'ipotesi che sia il 90% di chi ha diritto a fare richiesta. Si tratta ovviamente di una previsione, perche' il diritto resta per tutti coloro che rispettano i parametri stabiliti, ma consente di stimare con piu' precisione lo stanziamento veramente necessario". E poi, proseguono le stesse fonti governative: "Il secondo motivo per cui le nostre stime di costi cambiano e' che nel 2019 non serviranno piu' 9 miliardi, perche' la misura partira' a fine marzo e dovra' essere finanziata solo per nove mesi.
Quindi, se dividiamo i 9 miliardi per 12 mesi e moltiplichiamo per il costo mensile per 9 mesi, si ottengono 6.75 miliardi all'anno. In base all'aggiustamento tecnico-statistico, il 90% di 6.75 miliardi fa 6.1 miliardi. Sommando a questa cifra 1 miliardo necessario per i centri per l'impiego otteniamo 7.1 miliardi, il costo definitivo del reddito di cittadinanza per il 2019" viene calcolato. E ancora: "Negli anni successivi 2020 e 2021 non sara' piu' necessario 1 miliardo all'anno per i centri per l'impiego, ma soltanto 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti, e anche questi sono stati previsti". Riepilogando, il ragionamento che si fa a palazzo Chigi e' questo: "9 miliardi diviso 12 per 9 mesi = 6.75 miliardi - 10% = 6.1 miliardi. Quindi nel 2019 abbiamo 6.1 miliardi + 1 miliardo centri per l'impiego = 7.1 miliardi. Nel 2020 9 miliardi - 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi. Nel 2021 9 miliardi - 10% di 9 miliardi = 8.1 miliardi". Quindi, concludono da Chigi: "Il 10% e' solo un aggiustamento tecnico statistico. Il diritto e' lo stesso di prima".
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