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Politica
Manovra, Lega: Juncker disonora l'Europa. Se bocciano la manovra si va avanti

Intervista di Affaritaliani.it a Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dopo l'ennessimo attacco del presidente della Commissione Ue Juncker al governo italiano sulla manovra economica.

'Dall'Italia deviazione inaccettabile'. E' tornato il signor Juncker e come al solito attacca il governo del Cambiamento. Non ha stancato la Commissione europea?
"La manovra è assolutamente in linea con i parametri europei ed è in linea con le manovre fatte negli anni passati. Evidentemente a qualcuno in Europa dà fastidio che si vada nella direzione di dare più diritti ai cittadini con l'obiettivo di rendere più competitiva l'Italia rispetto al passato in cui, con le manovre finanziarie, si aumentavano le tasse e si diminuivano i diritti".

La Commissione ce l'ha con l'Italia. E' evidente...
"Ci sono alcuni esponenti della Commissione europea che hanno dimostrato con le loro dichiarazioni - uno di questo è Juncker che ci paragona alla Grecia sapendo benissimo che i nostri fondamentali economici sono molto diversi, o Moscovici che parla dei piccoli Mussolini, senza dimenticare Oettinger che dice che lo spread deve rieducare gli italiani al voto - hanno degli atteggiamenti che non fanno onere alle istituzioni che rappresentano. Sicuramente hanno un pregiudizio nei confronti del nostro governo per ragioni politiche o per interesse nazionale, questo non lo so. Ma, evidentemente, sono molto infastiditi dall'esecutivo italiano".

Tanto vanno a casa l'anno prossimo...
"Penso proprio di sì perché molto probabilmente il vento in Europa cambierà e le cosiddette forze anti-europeiste, che io preferisco definire riformiste europee, potranno far nascere una Commissione composta in maniera completamente diversa".

Come saranno le istituzioni Ue tra dodici mesi? La Commissione sarà diversa?
"Auspico che lo sia, più che nelle persone nel tipo di politica. Spero che sia una Commissione che faccia delle politiche espansive e non di rigorismo e austerità economica, che sostenga l'economia reale e non la finanza e che permetta l'eguale sviluppo economico di tutti i Paesi senza privilegiare qualcuno ai danni di altri".

Possibile che un politiche del Lussemburgo, un quartiere di Roma e Milano, venga a fare le pulci ad un grande Paese democratico come l'Italia?
"Non capiamo perché uno come Juncker, che è stato premier del Lussemburgo e che ha fatto delle agevolazioni fiscali la prima fonte di reddito del suo Paese, contesti una manovra che per la prima volta abbassa le tasse ai piccoli imprenditori italiani".

Beh, rappresenta le lobby delle multinazionali. No?
"Sicuramente il Lussumburgo non si basa sulla produzione e sull'economia reale ma sulle agevolazioni fiscali e sulla finanza. E, quindi, fa strano sentire considerazioni come quelle di Juncker nei confronti di una manovra che invece ha l'obiettivo di sostenere l'economia reale italiana e le fasce più deboli".

Se l'Europa bocciasse la manovra?
"Un contrasto tra Commissione e governo sulla manovra non sarebbe una novità. E' già capitato in passato, sono già arrivati richiami, si aprirà un dialogo con la Commissione e si cercherà di fargli capire la bontà delle nostre misure per il rilancio dell'economia".

Ma di certo il governo non cambia la manovra perché lo dice il signor Juncker...
"Sicuramente sulla riforma Fornero e sull'abbassamento delle tasse non abbiamo alcuna intenzione di arretrare".

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