Manovra, premiata l'abilità di Conte. Placa Bruxelles senza dietrofront
Manovra, il governo fissa il deficit/Pil per il 2019 al 2,046%
Un Conte di nome e di fatto. Un vero nobile della politica e dell'arte della diplomazia. Il presidente del Consiglio, definito dai giornaloni miopi e schierati acriticamente contro, Re Travicello quando fu indicato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini per guidare il governo del Cambiamento si è rivelato un vero campione della trattativa. "Buoni progressi sono stati fatti" sulla manovra economica italiana per il 2019", ha affermato una portavoce della Commissione Ue dopo il vertice durato quasi due ora a Bruxelles tra il premier, accompagnato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria, e Jean Claude Trichet insieme ai commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici.
Non c'è ancora l'annuncio ufficiale dell'intesa Italia-Ue che scongiura la procedura di infrazione, ma ci sono tutti i presupposti per chiudere l'accordo. E il merito è senza alcun dubbio dell'abilità di Conte, capace di trovare la mediazione tra il Movimento 5 Stelle e la Lega e di mitigare la veemenza e la virilità politica dei due ragazzoti-vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, impegnati in una costante competizione più mediatica che politica. Il rapporto deficit/Pil per il 2019 indicato dal premier è al 2,04% (la cifra esatta è 2,046, rivela ad Affaritaliani.it una fonte governativa ai massimi livelli), un compromesso, certo (il governo nel Def aveva scritto 2,4 e l'Ue chiedeva l'1,8%), ma quanto accaduto oggi a Bruxelles è un chiaro punto a favore dell'Italia e del governo.
Determinante, forse, anche l'annuncio di Emmanuel Macron di sforare di gran lunga il tetto del 3% per cercare di placare l'ira dei Gilet gialli. Nonostante la differenza del debito pubblico tra Roma e Parigi, la Commissione europea non può utilizzare due pesi e due misure in maniera così evidente lasciando fare ciò che vuole a Macron e colpendo l'Italia. E l'abile Conte certamente sa come toccare le corde giuste per portare Juncker a più miti consigli.
Salvo colpi di scena, dunque, l'esecutivo porta a casa la Legge di Bilancio senza procedura di infrazione, priorità di molte associazioni, Confindustria in testa, senza però rinunciare ai due provvedimenti chiave di M5S e Lega. E, non va assolutamente dimenticato, sterilizzando l'aumento dell'Iva (clausole di salvaguardia) eredità dagli errori commessi dal Pd. Il reddito di cittadinanza e quota 100 (riforma della Legge Fornero), quindi, sono confermati per il 2019 - rispettando così l'impegno preso con gli elettori il 4 marzo - e i risparmi per abbassare il deficit arrivano, come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, dai risparmi trovati dopo la conclusione delle relazioni tecniche sulle due misure chiave della manovra di Bilancio.
"Non tradiamo la fiducia degli italiani" e "confidiamo di trovare una soluzione positiva con l'Ue", due affermazioni che fino a pochi giorni sembravano un ossimoro ora vengono pronunciate una dopo l'altra dal capo del governo a Bruxelles. I mercati d'altronde avevano fiutato il profumo di intesa con Piazza Affari in netto rialzo e lo spread in forte calo. Ma, forse, più che di accordo si potrebbe parlare di miracolo. Il miracolo di Giuseppe Conte.
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