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Politica
Mario Monti colpisce ancora

Mario Monti non molla e nel consueto “regalino” natalizio sul Corriere della Sera sfodera ieri un articolessa di prima pagina francamente imbarazzante nei toni e nei contenuti.

Il titolo è esemplificativo e non ha bisogno di tanti commenti: “Bivacco in aula”. Reminiscenze fasciste neppure tanto flautate, visto che poi, nel seguito, l’ex Primo Ministro parla esplicitamente di aula sorda e grigia come fece Benito Mussolini nel famoso discorso del 16 novembre 1922:

«Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli:
potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»

Un articolo rancoroso di fiele infarcito di ironia dozzinale, da bar dello sport, in cui Monti prende in giro il governo giallo - verde per il suo tentativo di trattare con Bruxelles, tentativo che, gongola il promotore della peggiore riforma pensionistica del mondo, è fortunatamente fallito.

A parte che il tentativo non è affatto fallito perché è riuscito a mediare su alcuni punti e perché, soprattutto, ha presentato ai tecnocrati di Bruxelles finalmente un’Italia tosta e decisa a non arrendersi, a non cedere. Non è più il vecchio ritornello passato di chi che va in Europa e riceve grandi pacche sulle spalle e grandi pacchi sulle palle, dopo una bella magnata di ostriche della Normandia a spese nostre.

Facile fare i turisti in Belgio, difficile invece combattere punto su punto.  Giorno per giorno, seduta per seduta, ribattendo alle tante falsità sul nostro Paese.

L’articolo di Monti è solo un triste esercizio di gioia per il fatto che Bruxelles, secondo “Mister Signorsì Signora Merkel”, ha tartassato l’Italia punendo coloro i quali avevano tentato di ribellarsi al suo diktat.

L’Italia non è più il bancomat di Berlino e Parigi.

Ma poi, Mario Monti non è italiano? Di cosa gode beffardamente dal suo scranno regalatogli da un Presidente della Repubblica con manie autoritarie? Nel caso fosse vero (e non lo è) quello che dice cosa ci sarebbe da rallegrarsi? Un esponente della più alta casta che ha rovinato l’Italia con tasse balzelli per compiacere Parigi e Berlino.

Il dire di Monti trasuda grassa e compiaciuta soddisfazione per la possibile rovina dell’Italia adeguatamente bastonata da Juncker e company solo per non essersi adeguata, questa volta, alle loro bramosie soddisfatte, per altro, lautamente da lui quando era alla guida del più triste governo della storia repubblicana.

Lasci quindi stare caro Monti Benito Mussolini, non ne citi assonanze fuori luogo, non confonda i contesti politici e storici, non pasticci con l’immaginazione e, soprattutto, chieda scusa agli italiani.

 

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