Mario Monti e l'euro-lagna sul Corriere
Mario Monti critica la manovra
Come ogni domenica il Corriere della Sera ospita il solito editoriale di Mario Monti che prova, ancora una volta, a difendere gli interessi dell’Europa contro quelli dell’Italia quasi per dare conferma di quello che tutti gli italiani ricordano del suo “pontificato” laico: la legge Fornero sulle pensioni e il pareggio in bilancio trascritto in Costituzione.
Occorre dire che gli scritti di Monti non sono condivisibili, ma almeno erano chiari; quello di ieri, invece, è anche oscuro e all’inizio non si capisce cosa voglia dire sulla manovra finanziaria appena varata dal governo e pare addirittura appoggiarla.
In ogni caso l’ex Presidente del Consiglio si riprende in lucidità e comincia l’attacco con la solita solfa del debito pubblico che aumenterà e quindi lo spread pure e quindi il detto debito ricadrà sui giovani e sul futuro.
Intanto cioè da dire una cosa: dobbiamo pensare al presente e non (solo) al futuro.
Il presente è drammatico: la Ue ci ha ingabbiato in una rete di accordi che ora non sono più sostenibili per il nostro Paese, la crisi del 2008 non è affatto passata, il lavoro non c’è, l’economia langue.
Poi, esaurito l’armamentario tecnico che ormai non incanta più nessuno, Monti passa alla filosofia e ci racconta la favola complottista dei “populisti” mondiali che avrebbero organizzato in gran segreto il colpaccio elettorale del 4 marzo. E lo avrebbero fatto, secondo lui, da manuale. Monti paragona lo Stato ad una società che viene conquistata con l’inganno dagli scaltri populisti. Forse lui dai suoi troni dorati di università, Senato e pensioni di platino non si accorge che la gente normale è in guai seri, altro che filosofia europea, servono denari e protezione sociale, proprio quelli che lui ha tolto quando governava l’Italia e che il l’attuale governo sta ripristinando e rafforzando.
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