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Politica
Mario Monti nel mirino dei suoi ex per il "no" al referendum

“Mi hanno molto colpito le affermazioni del Senatore Monti sul referendum costituzionale. Sono entrata in politica perché avevo e ho stima per lui e per la sua autorevolezza intellettuale. Tuttavia non sono, per la prima volta, d’accordo in modo sostanziale né con l’impianto del suo ragionamento né con l’invito a votare “No” fatto oggi sul Corriere della Sera. Infatti voterò "SI" – ha dichiarato il Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo, Ilaria Borletti Buitoni - e invito con convinzione tutti a fare lo stesso. Forse questa riforma costituzionale contiene alcuni aspetti non convincenti e  non è la riforma perfetta che ciascuno di noi porterebbe nel suo cuore, ma è certamente l’unica occasione che si offre oggi ad un Paese bloccato da decenni nella propria incapacità di cambiare, paralizzato da veti incrociati, di scrivere una nuova pagine per il futuro.

Un percorso che è sempre più urgente e che pur non risolvendo tutti i gravi problemi del Paese, dal 4 dicembre può portarci verso una nuova fase nella quale le Istituzioni saranno più efficienti, grazie anche a coloro che in passato hanno saputo – come il Senatore Monti – traghettarci fuori da acque così agitate da poterci far naufragare. Se  l’azione del Governo viene valutata  timida o limitata da una visione riduttiva della Res Publica, tale valutazione è  legittima e  si traduca in un voto contrario in Parlamento. Farlo invece  in occasione di un referendum che ha per oggetto non questo Governo e la sua capacità di innovare la politica bensì l'opportunità  di puntare la prua di tutto il Paese verso il futuro, rischia di essere un errore grave ed un ulteriore passo verso quell’immobilismo che tanti danni ha fatto.

Il Senatore Monti è un convinto europeista e non può trascurare quanto questa riforma adegui il sistema italiano a quello  di altri Paesi europei senza intaccare i principi fondamentali della nostra Costituzione.”

Referendum: Monti, Italia non rischia di cadere ma voto No

"Il vero costo della politica non e' quello dei senatori. E' nel combinato disposto fra la Costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si e' lubrificata da tre anni l'opinione pubblica con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perche' accettasse questo. Ho riflettuto a lungo in proposito, e ho concluso che votare Si' al referendum significherebbe votare Si' al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato. Sarebbe un Si' a non mantenere con loro un rapporto da cittadini adulti o maturi nei confronti dello Stato". Con queste parole Mario Monti, ex presidente del Consiglio, spiega al Corriere della Sera il suo voto contrario al referendum del 4 dicembre. "Mi risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che - per essere varata - sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio e' il vero responsabile dei mali piu' gravi dell'Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico". Secondo Monti, dunque, "non avrebbe senso darsi una Costituzione nuova se essa deve segnare il trionfo di tecniche di generazione del consenso che piu' vecchie non si puo'", e "se vincesse il No non sparirebbero gli investitori esteri. Se vincesse il Si' non sparirebbe ogni democrazia. E la Ue puo' stare tranquilla: l'Italia non rischia di cadere e di travolgere l'euro". per il senatore a vita, Renzi non dovrebbe dimettersi da presidente del Consiglio in caso di una vittoria del No. "Se tuttavia dovesse lasciare - spiega - non vedo particolari sconvolgimenti. Tocchera' al Capo dello Stato decidere, ma sarebbe facilmente immaginabile una sostanziale continuazione dell'assetto di governo attuale con un altro premier parte della maggioranza".

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monti no referendum





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