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Politica
I dolori di Matteo Renzi: il rottamatore invecchia in balia dei vecchi volponi

Matteo Renzi era partito in quarta sbandierando l'impegno di "rottamare" la politica italiana, mandando in pensione nomi e volti vecchi, e dando ampio spazio ai giovani. Il suo Governo e la sua squadra erano infatti ricchi di trentenni d'assalto, a partire da Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marianna Madia. Le telegeniche Pina Picierno, Alessia Morani e Alessandra Moretti facevano il bello e cattivo tempo in TV spedendo all'ospizio Rosy Bindi, Livia Turco e altri esponenti attempati del Partito Democratico, e in generale tutta la "narrazione" renziana si fondava su un'idea giovanilista, un po' "ragazzi del muretto" in versione Leopolda. 

Tre anni dopo, però, il grande rottamatore Matteo Renzi - ampiamente ridimensionato dalla sconfitta del referendum - è costretto a dipendere dalle bizze, dagli umori e dai capricci dei vecchi volponi che avrebbe voluto rottamare. Giorno dopo giorno, il segretario dem (42 anni) deve infatti trattare con le rivalse di Massimo D'Alema (68 anni, che con la sua scissione ha portato via diversi punti di percentuale al Pd), con le strambe parabole di Pierluigi Bersani (66 anni), con gli eterni tiramolla di Giuliano Pisapia (68 anni) e con le decisioni strategiche di Silvio Berlusconi (81 anni), papabile alleato dell'ex premier democratico in un eventuale governo di larghe intese.

Come l'ispettore che, per sconfiggere un serial killer, è costretto a calarsi nei panni dell'avversario, così Renzi è costretto a "invecchiare" progressivamente per stare al passo dei vegliardi che gli danno filo da torcere. Smorzando l'entusiasmo, rinunciando almeno sulla carta alle riforme (parola introvabile nei 40 dipartimenti recentemente istituiti), relegando i giovanissimi "millennials" (da lui voluti in direzione) al rango di hostess e valletti sul treno in imminente partenza ed entrando in una divertente fase "zen" e pantofolaia che stride con la sua immagine rampante.

L'idea che le scelte dell'ottuagenario Berlusconi siano ancora determinanti per il destino di colui che voleva svecchiare l'Italia, e le istituzioni, è lo specchio dei tormenti del giovane Renzi, mentre un aspirante premier  grillino, altrettanto rampante ma molto più giovane di lui, minaccia di rubargli l'osso da sotto il naso, rottamando definitivamente il rottamatore.

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