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Politica
Matteo Salvini “incontra” Gloria
Crediti foto Nick Zonna

Per il Senatore Fusco (Lega): “un’occasione speciale per far rivivere al nostro ministro (e non solo) un’emozione indescrivibile”

         

C’è un evento in Italia che ha dell’incredibile. E’ una rievocazione secolare intrisa di emozioni, fede, passione e profonda devozione. Si svolge in una delle città più belle del Paese, “fatta della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni” e il suo cuore pulsante è cinto da grandiose mura medievali. Essa è, unitamente a Roma ed Avignone, il fulcro “antico” della Sacra Romana Chiesa, poiché fu proprio lì a svolgersi il primo (e più lungo) conclave della storia. E’ un mix di sacralità, bellezza, misticismo, arte, armonia e – per certi aspetti – anche stimolante “esoterismo”. E’ capoluogo dell’omonima provincia e dell’intera terra di Tuscia, ovvero quell’area laziale sita a nord (tra il confine con Umbria e Toscana) che fu “casa” della millenaria civiltà Etrusca. Stiamo parlando di Viterbo!

In questo straordinario grande “borgo” ogni anno, da secoli, il giorno 3 settembre, va in scena una suggestiva “rappresentazione” religiosa, e allo stesso tempo folkloristica, che incanta concittadini, visitatori e ospiti più o meno illustri. E’ il trasporto della Macchina di Santa Rosa, dal 2013 patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

Un’opera d’arte, un gioiello di nome GLORIA (al 4° anno di “sua vita”), alto quasi 30 metri, del peso di circa 50 quintali, impreziosito da piccole fiaccole che illuminano la notte viterbese, portato a spalla per circa un chilometro da 113 uomini chiamati facchini più altri 78 tra tiratori di corde in salita, addetti ai cavalletti, appoggio e coordinamento.

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22 di essi, nel tratto più stretto del percorso, che si inoltra per tutto il centro storico della città, in via Roma/Corso Italia, si “sganciano” provvisoriamente per qualche metro per poi tornare nuovamente nella loro ordinata ed originale formazione. In cima ad esso “troneggia” e risplende la statua della Santa Patrona come a voler proteggere la città con sguardo benevolo e rassicurante.           

Il “padre” e creatore di questa meraviglia è il noto architetto Raffaele Ascenzi, già ideatore anche di ALI DI LUCE, scesa in “campo” nel quinquennio 2003-2008, anch’esso facchino di lunga data della macchina.

Massimo Mecarini, presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa, nonché egli stesso facchino – come Ascenzi - ci racconta così uno degli eventi più sentiti dell’alto Lazio: “è una manifestazione legata alla traslazione del corpo della nostra Santa (le cui spoglie sono presenti nella Chiesa omonima) avvenuto il 4 settembre 1258 per volontà del pontefice Alessandro IV che stava di stanza a Viterbo, quando, appunto, la sede papale era nella nostra città. I primi a portare in processione la giovane Rosa furono 4 cardinali. Dei cosiddetti baldacchini abbiamo tracce dall’inizio del XVI secolo. Da allora, la macchina ha avuto sempre più seguito fino a diventare per tutti noi viterbesi la “festa” più adorata e celebrata dell’anno. Ma, voglio ribadire, conclude Mecarini, che per diventare facchini è necessaria una prova durissima. Portare a spalla 150 kg di peso per 90 metri”.   

Domani, ad “abbracciare” GLORIA giungerà nella città di Viterbo oltre al tanto atteso ministro dell’Interno Matteo Salvini, alla collega della Difesa Elisabetta Trenta e al Presidente del parlamento europeo Antonio Tajani anche un folto gruppo di uomini delle istituzioni e della politica italiana provenienti da molte regioni del territorio nazionale. Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e – solo per citarne alcuni - Francesco Zicchieri, Barbara Saltamartini, Claudio Durigon Stefano Canbiani, Francesco Lollobrigida e Fabio Rampelli. A questi ovviamente si aggiungono i parlamentari locali, il Deputato di FDI Mauro Rotelli e il Senatore “forzista” Francesco Battistoni.   

viterbo processione
 

All’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovanni Arena, al nuovo Prefetto Giovanni Bruno, insediatosi da soli 10 mesi (ma già estremamente operativo e ben inserito nel “contesto” sociale di questa terra), e a tutte le forze dell’ordine il delicatissimo compito del “benvenuto”, dell’organizzazione tecnica e del comparto della sicurezza.  

Al Senatore leghista Umberto Fusco (commissione difesa e vigilanza Rai), braccio destro sul territorio di Matteo Salvini, il piacevole momento di fare da padrone di casa allo stato maggiore del suo partito, vicepremier in primis, considerando il fatto che anche nella Tuscia, il vulcanico capo del Viminale alle recenti elezioni ha fatto incetta di consensi. Tant’è che è considerata la roccaforte del centro sud. Il suo senatore di riferimento definisce questa venuta “un’occasione speciale per far rivivere al nostro ministro (e non solo) un’emozione indescrivibile”

“Matteo – così ci ribadisce Fusco - ha mantenuto la parola, come suo solito. Sarà con noi sin dal tardo pomeriggio per l’incontro ufficiale in prefettura. Quando mi ha confermato il suo arrivo ha espresso un preciso desiderio: non chiudetemi in qualche stanza, voglio stare IN MEZZO ALLA MIA GENTE!  Sarà accontentato. Lo accompagneremo nei luoghi principali del percorso, posti che conosce bene sia perché è venuto più volte durante la campagna elettorale sia perché già egli è stato dei nostri nel 2015, sempre per il trasporto di Gloria del 3 settembre.    

“Da segnalare – conclude il Senatore salviniano - che domani mattina la nostra “compagine” composta da parlamentari di camera e senato visiterà alcune aziende sul territorio per capire l’effettivo potenziale di un’area bellissima, vibrante, incantevole e ricchissima di eccellenze”.     

Non è una serata fine a se stessa. E’ una continua preparazione che dura tutto l’anno per poi, nelle settimane precedenti, intensificarsi con incontri, benedizioni, prove tecniche e meeting operativi.  

Tuttavia, nonostante i numerosi ospiti d’eccezione, i veri protagonisti del grande “spettacolo” sono, in realtà, i cosiddetti “facchini”, gli EROI, guidati magistralmente da Sandro Rossi, vestiti nella tradizionale divisa bianca con fascia rossa all’altezza del bacino, i colori della “purezza” e del “porporato” che si innescano in un’atmosfera unica al mondo. Da non perdere!

 

 

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