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Politica
Maturità, scoppia il caso Montanari. Insulti a Fallaci e Zeffirelli

Un testo di Tomaso Montanari che si intitola "Istruzioni per l'uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà". E' una delle tracce per la tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo) proposta agli studenti nell'esame di maturità e che ha scaturito un fiume di polemiche.

Montanari, critico d'arte che detesta Zeffirelli e Fallaci?

"Sono nato nel 1971 a Firenze, dove vivo. Studio l’arte dell’età barocca e la storia del patrimonio culturale. Sono convinto che gli storici dell’arte servano a fare entrare le opere d’arte nella vita intellettuale ed emotiva di chi si occupa di tutt’altro". Così si presenta sul suo blog per Il Fatto quotidiano Tomaso Montanari, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università per Stranieri di Siena, un cui scritto è stato scelto per l'esame di maturità nell'ambito della tipologia B, analisi e produzione di un teso argomentativo. Causando una dura dichiarazione di Matteo Salvini, che ne ha chiesto l'allontanamento da tutti gli incarichi per i suoi attacchi a Zeffirelli e a Oriana Fallaci.

Storico dell'arte, scrittore e filosofo, Montanari è stato uno dei promotori del Comitato per il No che nel 2016 ha fatto attivamente campagna per il No al referendum costituzionale sulla riforma proposta dal governo Renzi. Nel 2017 ha tentato senza successo di creare una lista civica nazionale della sinistra. Politicamente è stato vicino ai 5 stelle, ma ostile alla Lega e a Salvini: nel 2016 Virginia Raggi lo ha chiamato a far parte della giunta comunale di Roma Capitale, nel ruolo di assessore alla Cultura ma lui ha rifiutato rendendosi però disponibile a far parte di un board di consiglieri per la cultura, che non si è mai costituita. 

Nel febbraio del 2018 è stato Luigi Di Maio a proporgli di far parte della lista dei ministri presentata dal Movimento 5 stelle, con la responsabilità dei Beni culturali. Anche stavolta ha rifiutato, perché non disponibile a far parte di un governo con la Lega (oltre alla radicale contrarietà ad introdurre in Costituzione il vincolo di mandato). La sua contrarietà alla politica del Carroccio l'ha espressa anche nella prefazione al libro di Antonello Caporale su Matteo Salvini, in cui condanna le politiche xenofobe del segretario della Lega e ministro dell'Interno.

Pochi giorni fa, come accennato, ha suscitato un vespaio di polemiche il suo tweet dopo la morte di Zeffirelli in cui offendeva il regista e si produceva in un'invettiva contro la parte di Firenze che gli rendeva omaggio come aveva fatto in passato con la giornalista Oriana Fallaci. "Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen", ha scritto Montanari.

Poi, dopo le polemiche, ha aggiunto: "Ho sempre trovato Zeffirelli e la Fallaci, artisticamente esecrandi e ideologicamente mostruosi. Il fiume di insulti che questo tweet mi ha suscitato da politici trasformisti di destra, da Sgarbi, dal Secolo d’Italia e dalla sottosegretaria leghista ai Bb Cc sono l’ovvia conferma". Provocazioni e cadute di stile a parte, Montanari negli anni ha fatto dell'amore e del rispetto per il patrimonio artistico una ragione di vita e una scelta politica. "Penso anche che l’amore per la storia dell’arte non debba essere un fatto privato (o peggio un’evasione, o un modo per non pensare), ma pubblico e ‘politico’ - scrive ne suo blog -  l’articolo 9 della Costituzione ha, infatti, mutato irreversibilmente il ruolo del patrimonio storico e artistico italiano, facendone un segno visibile della sovranità dei cittadini, dell’unità nazionale, e dell’eguaglianza costituzionale, perché ciascuno di noi (povero o ricco, uomo o donna, cattolico o musulmano, colto o incolto) ne è egualmente proprietario".

"Ma tutto questo è assai difficile da capire - prosegue - perché oggi la storia dell’arte non è più un sapere critico, ma un’industria dell’intrattenimento ‘culturale’ (e dunque fattore di alienazione, di regressione intellettuale e di programmatico ottundimento del senso critico). Strumentalizzata dal potere politico e religioso, banalizzata dai media e sfruttata dall’università - aggiunge Montanari - la storia dell’arte è ormai una escort di lusso della vita culturale". Ha scritto numerosi saggi - 'A cosa serve Michelangelo?' (Einaudi 2011), 'La madre dei Caravaggio è sempre incinta' (Skira 2012), 'Le pietre e il popolo' (minimum fax 2013), 'Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà' (minimum fax 2014), 'Privati del patrimonio' (Einaudi 2015), (con Vincenzo Trione) 'Contro le mostre' (Einaudi 2017) - ha ideato e condotto due serie televisive dedicate a Bernini e a Caravaggio per Rai 5 e la serie 'Favole, forme figure per Loft, la tv del Fatto Quotidiano'. 

Le parole del ministro Bussetti, “Montanari è di sinistra? Noi siamo aperti, la scuola è di tutti”

"Almeno non ci accusano di non essere aperti o democratici. Si tratta di una traccia dove ci sono degli argomenti da affrontare, a prescindere dal fatto che il testo sia di Tomaso Montanari". Così il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, a 'Un giorno da Pecora', ha risposto ai conduttori che gli chiedevano un commento sulla scelta di un testo di Tomaso Montanari per il tema di maturità, dal momento che lo scrittore è considerato appartenente alla corrente di sinistra. "Ricordiamo - ha puntualizzato Bussetti - che la scuola è di tutti".

 

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