Mazzillo e Onorato: c’eravamo tanto amati. Designato un dipendente Equitalia

Andrea Mazzillo (figlio dell’ex presidente della Corte dei Conti, Luigi) è il nuovo assessore al bilancio del comune di Roma, dopo le meteore Tutino e De Dominicis; dunque la telenovela che durava da più di 100 giorni sembra –per ora- essersi conclusa con la nomina dell’ex esponente del Pd romano anzi ostiense, amico intimo di Alessandro Onorato, il coordinatore dell’ex candidato sindaco Alfio Marchini. I due, insieme alla ministra Lorenzin (di Vitinia), fanno parte di quella che è definita la “covata ostiense” della politica della Capitale.

Mazzillo risulta essere anche amico intimo dell’ex assessore Pd Daniele Ozzimo, condannato nell’ambito dell’inchiesta di  “Mafia Capitale”, che di lui diceva: «Ciao, ti presento il mio amico Andrea. Compagno di partito e fratello nella vita»; il nuovo assessore era tesserato al circolo Pd di Casal Palocco (frazione di Ostia) ed aveva invitato a votare per il minisindaco Andrea Tassone, coinvolto nell’inchiesta “Mondo di Mezzo” e poi costretto alle dimissioni con il commissariamento –che tutt’ora dura- “per mafia” del municipio romano sul litorale.
Alle ultime primarie regionali per il Pd ha sostenuto l’attuale presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti.
Andrea Mazzillo è professore a Tor Vergata e soprattutto dipendente in aspettativa di Equitalia.

Mazzillo, dopo aver provato ad entrare in politica con il Pd insieme ad Onorato ai tempi di Veltroni fallì l’impresa ed era sembrato sparito dalla scena della Capitale salvo una frequentazione sporadica al tavolo cittadino del bilancio per il movimento di Beppe Grillo ma ora è improvvisamente emerso dal cappello magico della Raggi dopo alcuni incarichi con Daniele Frongia in un tavolo sulla spending review e soprattutto dopo essere stato nominato capo coordinatore dello staff del sindaco provocando grandi polemiche per il suo stipendio considerato stellare (in tutti i sensi) per il suolo ricoperto e superiore a 100.000 euro.
C’è da capire come, in quel grande crogiuolo di pulsioni contradditorie che è il M5S, possa inquadrarsi la presenza di un ex Pd e soprattutto dipendente dell’odiatissima Equitalia, accusata dal movimento di spennare gli italiani e di costituire una vera minaccia sociale.
Ma tant’è.

Fatto sta che dato suo padre e i suoi trascorsi il M5S sceglie di nuovo un altro esponente di quella casta tanto vitupera – a parole- ma da cui sembra sia perdutamente attratta.
Certo Virginia dei Miracoli ci ha abituato a tutto e quindi prima di proclamare il completamento della giunta dopo quattro mesi dalle elezioni occorre essere molto cauti perché magari mentre scriviamo Mazzillo è già dimissionario o dimissionato.
Se sopravvivrà qualche giorno si potrà cominciare a capire quali sono le sue idee sulla gestione del bilancio capitolino, uno dei più difficili del mondo da gestire.
Ma già i malumori salgono nel Movimento.
Paola Taverna e Roberta Lombardi incominciano di nuovo a mugugnare nonostante il richiamo –inutile- di Grillo all’unità; Roma per i Cinque Stelle più che il Porto delle nebbie pare il Porto dei veleni.