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Politica
Mediaset, Berlusconi si inchina a Renzi e Pd. La legislatura passa da Bollorè

La scalata di Bollorè a Mediaset e il futuro del governo Gentiloni si intrecciano in un mix tra finanza e politica. Silvio Berlusconi guarda con preoccupazione crescente alle mosse della francese Vivendi mentre sul fronte politico cerca di tenere aperto un canale con Matteo Renzi senza farsi troppo schiacciare da Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

L'ex Cavaliere ha bisogno del sostegno dell'esecutivo per fronteggiare l'avanzata transalpina che mette in pericolo il suo impero e finora da diversi ministri e dallo stesso premier Gentiloni non è mancato, almeno a parole, l'appoggio al gruppo Fininvest-Mediaset. Ma a Palazzo Chigi non c'è più Renzi, che però resta il segretario del partito di maggioranza (stra)assoluta in Parlamento, anche se nel suo Pd le varie correnti (da Franceschini a Orfini-Orlando) ormai si muovono in ordine sparso e quindi il controllo del leader non è più così granitico come negli scorsi mesi.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, nei giorni scorsi ci sarebbero stati fitti contatti tra uomini vicini a Berlusconi e gli sherpa di Renzi. L'ex Cav avrebbe assicurato al leader dem il via libera alla riforma della legge elettorale, probabilmente un Mattarellum-bis corretto e riveduto (clicca qui per leggere i particolari), chiedendo però in cambio che il Pd e l'esecutivo in carica, formato in grandissima parte (a partire dal presidente del Consiglio) da esponenti dem, la garanzia che Mediaset non venga lasciata sola nel fronteggiare il blitz del finanziere (squalo) bretone.

"Sistema Paese" e "difesa degli interessi" nazionali sarebbero le parole d'ordine per cercare di evitare che un altro pezzo importante dell'imprenditoria italiana cada in mani straniere (in particolari francesi). Il via libera politico di Berlusconi a Renzi è praticamente totale. Se il segretario dem vuole una legge elettorale in tempi rapidi e il voto in primavera Forza Italia non farà barricate in Aula assecondando i desiderati del Nazareno, anche se la riforma non fosse quella auspicata dagli azzurri.

Qualora Renzi optasse invece per arrivare al 2018, visti anche i sondaggi negativi e la brutta aria che tira al Nazareno, e Forza Italia servisse a Palazzo Madama per sopperire al forfait dei verdiniani (onde evitare rischi a Gentiloni) il soccorso dei berlusconiani non si farebbe certo attendere, magari uscendo dall'Aula nei momenti delicati o con qualche assenza strategica. Il futuro politico del governo e della legislatura, oltre che da Renzi e dalla sfida interna al Pd, passa direttamente anche dalle vicende di Borsa e dagli acquisti quasi quotidiani di azioni Mediaset da parte di Vivendi.

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mediaset berlusconi renziberlusconi renzi mediaset legge elettorale





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