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Politica
Merkel contro l'Italia, ci fa la predica ma è una fallita. Ecco perché

La ragazza venuta dall'Est, come la chiamava il padre della fallita annessione della Germania Est alla Repubblica Federale Tedesca, scaglia il colpo di coda contro i "cattivi" italiani proprio mentre il suo inesorabile declino è segnato. Angela Merkel, cresciuta all'ombra di Marx e della Stasi, nella sempre più rimpianta Ddr, sceglie la sessione plenaria dell'Europarlamento ormai in scadenza, e che, eletto nel 2014, non rappresenta più la volontà dei popoli europei, per lanciare il suo attacco all'Italia sovranista della Lega e del Movimento 5 Stelle. Con un'ingerenza senza precedenti, manco fossimo una colonia stile negli Anni '30, la Cancelliera afferma che "ogni Stato membro dell'Ue deve rispettare in casa propria le sue responsabilità sulla solidità finanziaria" dimenticandosi che da più di dieci anni la sua Germania unificata ma non unita ha un eccessivo surplus tra import ed export, una palese violazione delle regole comunitarie che nessuno a Bruxelles si sogna di contestare a Berlino.

Non solo, nel 2003 la Germania sforò addirittura il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil (altro che 2,4) ma ovviamente la Commissione non fece partire nessuna procedura di infrazione. La ragazza venuta dall'Est si scatena in particolare contro la Lega del vicempremier Salvini affermando che "nazionalismi ed egoismi non devono mai più avere la possibilità di risorgere in Europa", dimenticandosi che proprio il suo governo e quello del suo amico Emmanuel Macron rimanda in Italia come pacchi postali i cosiddetti dublinati, ovvero i migranti che sono sbarcati in Italia e poi sono riusciti ad arrivare in Francia o in Germania. Arroganza e ipocrisia abbondano, mentre la coerenza scarseggia mentre il Parlamento Ue composto da molti deputati che a maggio 2019 torneranno a casa per sempre quasi si spella le mani per applaudire i passaggi anti-Italia e anti-italiani della signora Merkel. Non stupisce che gli europarlamentari mondialisti del Pd stiano con la Cancelliera, colpisce invece il sostegno di Forza Italia che nel 2011 vide il suo leader, Silvio Berlusconi, defenestrato da Palazzo Chigi proprio dalla Merkel (e dai suoi sorrisini volgari in conferenza stampa con Nicolas Sarkozy) con il giochetto dello spread alimentato anche dalla banche tedesche.

Ma quello della Merkel è il Canto del cigno di un leader che voleva segnare la storia ma che dalla storia verrà bocciata e sconfessata. Dopo le batoste elettorali in Baviera della Csu (partito fratello della Cdu) e in Assia dei cristiano-democratici la Cancelleria, che ha annunciato di non ricandidarsi alla guida del suo partito qualche settimana fa, subisce l'onta di un ulteriore tracollo nei sondaggi nazionali. L'ultima rilevazione del 12 novembre effettuata dall'istituto INSA vede la Cdu al 25,5%, minimo storico, un dato impensabile fino a pochi mesi fa. Ancora peggio i socialdemocratici dell'Spd, alleati della Merkel nella Grande Coalizione che governa Berlino, scesi addirittura al 14 (quarto partito).

Inarrestabile crescita dei Verdi, nuova sinistra anti-sistema, al 20% e della destra sovranista di Afd al 16,5%. Anche la Linke (estrema sinistra) ben performa al 10% con i Liberali (ora critici verso l'Ue) tornati a crescere fino al 9%. Ma il vero fallimento della ragazza venuta dall'Est viene proprio dal suo Est. Nei Land orientali le due forze estreme, Afd e Linke, sfiorano il 50%, segno che a 29 anni dall'apertura del Muro di Berlino la cosiddetta Riunficazione di Kohl (in realtà fu un'annessione) è tutt'altro che compiuta. Anzi, nell'ex Ddr la Ostalgie (nostalgie per il passato regime e per il socialismo reale) è più viva che mai e permea la società dalla cultura alla musica, dal cibo alle auto, dall'abbigliamento all'arte. Ma la signora Merkel pensa bene di prendersela con il governo italiano del Cambiamento. Appunto, il Canto del cigno.

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