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Politica
Mes, Conte: non batto i pugni su tavolo in Ue, ma faccio interessi delI'Italia

Il premier Conte e Di Maio si sono sentiti diverse volte oggi per evitare quel corto circuito emerso ieri durante la discussione sul Fondo Salva Stati. Il capo politico M5s e’ per un rinvio del Mes senza se e senza ma. “Cosi’ non lo approviamo”, la tesi. Il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio, secondo quanto si apprende, hanno convenuto su una linea che comprenda anche la strada del possibile rinvio. Del resto la mano tesa per aiutare il governo italiano a non dividersi dovrebbe arrivare domani dall’Eurogruppo che dovrebbe confermare la disponibilita' da parte dei partner europei a fare una concessione formale sul calendario. I nodi pero' non sono affatto sciolti e Conte anche nei giorni scorsi non ha nascosto le sue perplessita’, ribadendo la logica del ‘pacchetto complessivo’. Si cerchera' una mediazione con l'Europa. Domani sara’ Gualtieri che nei giorni scorsi ha parlato anche con molti esponenti M5s a ribadire la linea della necessita’ di venire incontro alle richieste italiane.

Tuttavia la tensione nella maggioranza e nel governo non accenna a diminuire. Il Pd, pur sottolineando le criticita’ sull’unione bancaria e sulla mancanza di necessarie garanzie per il nostro Paese, non intende prestare il fianco ad uno scontro che – questo il ‘refrain’ – rischia di diventare strumentale. E cosi’ assiste con preoccupazione a quelle che il premier definisce “diverse sensibilita’”.    Il premier intende portare avanti una mediazione e non alimentare polemiche interne, da qui i contatti con Di Maio. “Qualcuno – ha spiegato al suo arrivo a Londra per il vertice Nato - ha sintetizzato che io ieri parlassi a nuora perche' intendesse suocera, di una contrapposizione tra me e Di Maio. Una lettura che non condivido affatto, perche' non corrisponde alla verita'". Conte mantiene i toni bassi ("Non batto i pugni sul tavolo, non sono abituato a farlo, sono determinato a difendere gli interessi dell'Italia", afferma) ma muovendosi sul filo dell’equilibrio considera necessario trovare un percorso comune nella maggioranza. Anche perche’ – ha ribadito pure oggi – sara’ il Parlamento ad esprimersi.

La prima data cerchiata in rosso e’ quella dell'11 dicembre quando il presidente del Consiglio, svolgera' nell'Aula del Senato “le comunicazioni del governo in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre”. Si lavorera’ nei prossimi giorni ad una risoluzione di maggioranza. I Cinque stelle gia’ stanno preparando alcuni punti e chiederanno agli alleati di accoglierli. Prima si punta ad ascoltare cosa dira’ il governatore di Bankitalia Visco che domani verra’ ascoltato in Commissione politiche comunitarie. Nel Movimento in ogni caso la linea critica nei confronti del meccanismo di stabilita’ europeo e’ prevalente. Tuttavia in molti non condividono la strategia del “fare tutto da soli”: “Dobbiamo – spiega una fonte pentastellata – trovare necessariamente un’intesa con le altre forze che sostengono il governo, altrimenti si crea un problema serio”.    Il rischio e’ che al Senato si arrivi ad un incidente tale da mettere in crisi il governo. In ogni caso i vertici M5s non intendono arretrare su una posizione condivisa anche da Di Battista: “Cosi’ il Mes non conviene all'Italia". 

Oggi Di Maio ha spiegato che con il Fondo salva Stati l’Italia “rischia di finire sotto ricatto» e che serve «tempo per fare delle modifiche”. Ed ha rivendicato soprattutto il ruolo di ago della bilancia: “Decideremo noi come e se dovrà passare questa riforma del Mes, che è una cosa seria e su cui gli italiani debbono essere informati accuratamente”. “Per noi 'ago bilancia' sono interessi degli italiani non quelli di partito”, la risposta del Pd con Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. La Lega intanto resta alla finestra. “Il Mes sara’ la loro Tav”, ha confidato Salvini ai fedelissimi. Per il partito di via Bellerio potrebbero essere proprio i Cinque stelle a provocare l’incidente parlamentare.

Intanto si sarebbero intensificati i contatti – qualcuno sostiene portati avanti direttamente dal ‘Capitano' – tra la Lega ed alcuni ‘dissidenti’ del Movimento 5 stelle al Senato. “Siamo al gioco del cerino”, dicono gli ‘ex lumbard’. Alludendo al fatto che per il Pd e’ Renzi a volere il voto anticipato, mentre Italia viva al premier Conte ha portato avanti una tesi opposta, ovvero che sarebbero i dem a spingere sulle urne. In ogni caso fino al 26 gennaio, giorno in cui si sapra’ chi vincera’ in Emilia Romagna, la convinzione pure nella Lega e' che non succedera’ nulla. E nel frattempo domani la maggioranza – e’ previsto un incontro alle 20 - potrebbe accelerare sulla legge elettorale. Il termine per arrivare ad un’intesa prima di Natale ma le posizioni restano ancora distanti. “Noi – dice un ‘big’ della Lega – siamo per qualsiasi legge elettorale a patto che si vada al voto al piu’ presto...”. 

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