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Politica
Mes, la vendetta di Ue e Berlino: un nuovo piano salva stati senza l'Italia

Bruxelles prepara un nuovo piano senza l'Italia

Se l'Italia dice no al Mes, l'Unione europea potrebbe dire no all'Italia. Lo sostiene Repubblica, secondo qui a Bruxelles si valuta un Mes a 19. Senza l’ItaliamMa con tutti gli altri Stati che condividono l’euro. "Il rischio più grande che il nostro Paese corre dopo il no in Parlamento alla ratifica della riforma del Meccanismo di stabilità, è proprio questo. Ossia che il Fondo salva Stati sopravviva escludendoci. È un’ipotesi che nella serata di ieri ha iniziato a circolare tra gli uffici di Bruxelles e nei contatti riservati tra le Cancellerie", sostiene Repubblica.

Del resto si tratta di una possibilità giuridicamente praticabile. "Il Mes si basa infatti su un accordo intergovernativo e non su un trattato comunitario. Ossia è il frutto di un’intesa tra gli esecutivi dei venti Paesi che adottano l’euro come moneta. Nulla, dunque, impedisce che un trattato venga sottoscritto da diciannove partner anziché venti", scrive Repubblica, secondo cui "l’idea è stata avanzata soprattutto da alcuni Paesi del nord Europa (compresa la Germania) che non hanno per niente apprezzato il tradimento della parola data sulla ratifica. Soprattutto se si considera la trattativa sul nuovo patto di Stabilità, che a loro giudizio presenta comunque degli elementi di flessibilità eccessiva a favore del nostro Paese".

D'altro canto, "le strade percorribili, dopo la bocciatura del nuovo scudo bancario da parte dell’Italia, sono due. La prima: istituire un altro Fondo. La seconda: estromettere del tutto l’Italia dal Mes e andare avanti a diciannove. In quest’ultimo caso bisognerebbe individuare la soluzione giuridica per restituire gli stanziamenti già versati dal nostro Paese. Roma infatti ha sottoscritto oltre 125 miliardi di capitale versandone concretamente 14".

Meloni spiazzata da Salvini ha deciso di assecondarlo

Il Corriere della Sera si concentra invece sui retroscena che hanno portato alla scelta. "Davvero singolare il modo in cui si è arrivati alla decisione: gran parte dei ministri riferiscono infatti di essere stati «colti di sorpresa» e di averlo saputo «praticamente a cose fatte». Il punto è che la stessa premier era rimasta spiazzata dal blitz organizzato da Salvini, che tre giorni fa in commissione a Montecitorio aveva ordinato ai suoi deputati di accelerare l’iter del Mes per portarlo in Aula. Così Meloni, per non lasciare spazio a destra all’alleato, ha accettato di assecondarlo", scrive il Corriere. 

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