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Politica
Migranti e Piano Mattei: Meloni vola con von der Leyen in Egitto
Ursula Van Der Leyen e Giorgia Meloni a Lampedusa

Parte dall’Egitto il Piano Mattei

Domani la premier volerà in Egitto, accompagnata dalla ormai immancabile Ursula Von der Leyen, che con la premier italiana sembra avere instaurato un rapporto che va ben al di là di quello puramente istituzionale. Il Piano Mattei comincia insomma a prendere davvero forma, e ieri in una riunione a Palazzo Chigi, la Meloni ha riunito ad un tavolo, i principali amministratori di alcune grandi partecipate, quali tra le altre Eni, Fincantieri, Snam e Fs, per cominciare a rendere operativo il nuovo Piano di rilancio per il continente africano.

Con Al Sisi, la Meloni firmerà probabilmente un memorandum di intesa come quello siglato con la Tunisia, che sta producendo gli effetti sperati. Così come quello con l’Albania, firmato con il premier Edi Rama a Roma. Di questo e dei successi della politica migratoria del governo se ne è parlato ieri in un convegno organizzato a Palazzo Giustiniani, dall'ufficio studi di Fratelli d’Italia, istituito e guidato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovan Battista fazzolari, vero vanto del partito. “L’accordo tra Italia e Albania ha cambiato il paradigma nella gestione dei flussi migratori. Il fenomeno è globale e deve essere affrontato congiuntamente: questo è un tassello di politiche complesse che ha messo in campo il governo Meloni ed è

Schlein: "Gravissimo che von der Leyen voli in Egitto con Meloni"

"Trovo gravissimo che domani la presidente della Commissione Europa Ursula von der Leyen voli in Egitto insieme a Giorgia Meloni per promettere risorse al regime di Al-Sisi in cambio del controllo e dello stop alle partenze". Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein nel corso di un videocollegamento con una conferenza del Pd di Trieste sul tema dell'Europa. "Questo approccio in questi anni ha solo calpestato diritti fondamentali e non ha prodotto una soluzione di solidarietà europea per cui noi continueremo a batterci" ha concluso Schlein.

un investimento, un nuovo modello di gestione replicabile”, ha detto l’organizzatrice dell’evento “ha detto l'organizzatrice dell’evento, la deputata Sara Kelany, alla presenza del ministro degli interni, Matteo Piantedosi, del copresidente dell’Ecr al parlamento europeo, Nicola Procaccini e l’ambasciatore dell ‘Italia in Albania Fabrizio Bucci.  Il ministro ha spiegato come l’accordo abbia contribuito a ridurre gli sbarchi dalla Tunisia del 70% e ha anche ricordato come un accordo simile con il Congo, abbia praticamente azzerato gli arrivi da quel paese. 

Procaccini ha invece sottolineato come questi accordi del governo italiano siano stati benedetto anche da governi socialisti come quello di Olaf Scholz in Germania o anche quello danese, che è uno dei più duri nel contrasto alla immigrazione clandestina pur essendo come ha sottolineato l'eurodeputato meloniano ” uno degli ultimi governo socialisti rimasti in Europa, è tra i più duri nel contrasto alla immigrazione nel suo paese.” Segno tangibile che anche i socialisti una volta la governo mostrano come l’accoglienza tout court sia solo un bel sogno, o meglio, un puro slogan elettorale, Invece come dice ancora Procaccini sono proprio questi accordi, così criticati dalla sinistra italiana ed europea che possono rappresentare un tassello verso la soluzione ad un grande problema.

“L’accordo tra Italia e Albania ha cambiato il paradigma nella gestione dei flussi migratori. Il fenomeno è globale e deve essere affrontato congiuntamente: questo è un tassello di politiche complesse che ha introdotto il governo Meloni ed è un investimento, un nuovo modello di gestione replicabile”.

In Egitto, in buona sostanza, la Meloni continua in quel percorso che in questi mesi l’ha portata ad essere la guida della politica migratoria europea, che fino ad ora ha mostrato tutte le sue lacune ed inefficienze. La presidente della Commissione Von der Leyen, che sul tema migranto, durante i suoi anni a palazzo Belmont ha fatto poco o niente, adesso sembra aggrapparsi a Giorgia Meloni, anche per avere dai suoi successi indirettamente un importante abbrivio verso la sua corsa alla rielezione.

Ma il viaggio in Egitto è una tappa importante anche per Giorgia Meloni, che, dopo le sconcertanti frasi di Macron sul possibile ingresso dell’Europa in guerra, appare sempre più come la candidata naturale ad assumere quella leadership europea lasciata vacante dall'uscita di scena della Merkel. L’autorevolissimo giornale Politico, molto influente a Bruxelles, due giorni fa in un lungo articolo parlava proprio di un piano della nostra premier per governare l’Europa, riconoscendo il suo standing e la sua autorevolezza a livello internazionale, e il suo probabile ruolo cruciale nella prossima Europa che nascerà dal voto di Giugno.

Mai come ora, insomma, il nostro paese ha una opportunità unica di rappresentare la guida dell’Europa in un momento così cruciale e critico della geopolitica internazionale. E proprio grazie ad accordi come quelli con Tunisia Albania ed Egitto e al lancio del piano Mattei, il peso del nostro paese nel fondamentale quadrante africano è destinato a crescere superando Germania e soprattutto Francia, come ha riconosciuto in un altro lungo articolo la bibbia della sinistra francese il quotidiano Le Monde, che ha elogiato la Meloni e la sua nuova politica verso l’Africa.






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