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Politica
Mps, attacchi a Borghi Lega. Ma Mps è un crack Pd che non si può cancellare

Oggi le comiche. I politici del Pd hanno quasi disintegrato la terza banca d’Italia e la più antica al mondo, Monte Paschi di Siena, con un crack da 50 miliardi di euro ed ora la colpa è di Claudio Borghi, l'economista della Lega, che con una dichiarazione avrebbe provocato il calo del titolo in Borsa di quasi 8 punti percentuali. Negli ultimi giorni Confconsumatori, risparmiatori e piccoli azionisti lanciano l’appello a costituirsi parte civile (per recuperare i propri soldi) contro i vertici di Mps rinviati a giudizio eppure la notizia non esce dalle mura della città toscana. Misteri della manipolazione.

La vicenda Mps di queste ultime ore non fa altro che irrobustire l’idea dell'attacco concentrico lanciato da mercati, establishment e media a Lega e M5S.

Infatti per decenni Monte Paschi di Siena è stato un feudo Ds-Pd e delle coop, con operazioni dissennate clamorose fino al dissesto del 2013 e agli scandali giudiziari che hanno coinvolto Giuseppe Mussari e i suoi uomini, tutti di area Pd e tutti legati a filo doppio al partito. Verificato il dissesto, tra suicidi e scandali, nel giro di pochi anni si è avviata una ristrutturazione. Il numero di filiali della banca è passato da 3100 a 1570, il valore del titolo si è fortemente ridimensionato (una parte dei 40000 obbligazionisti che hanno perso molto denaro sono stati anche rimborsati). La commissione d'inchiesta regionale su Mps ha certificato che ci sono stati circa 50 miliardi di euro di buco. E lo Stato per evitare il dissesto è diventato il principale azionista dell’istituto. Questa è la storia che anche le pietre conoscono. Così come a Siena è noto che tutti gli uomini di Mussari sono rimasti nel Mps in ruoli di chiave, cambiando solo casacca e funzione operativa. Eppure la modifica della mission di Banca Monte Paschi di Siena inserita nel contratto di governo tra Lega e M5S incrinerebbe il futuro dell’istituto. Centro destra e M5S sono stati per anni critici con la gestione dell'istituto.

Principale imputato sarebbe oggi il senatore Claudio Borghi della Lega quando ha affermato che "in buona sostanza", l'obiettivo è "abbandonare l'idea di farci i profitti vendendola a chissacchì", scegliendo invece di mantenerla "come patrimonio del Paese". Dichiarazione generica che di fatto avvalla l’idea di cambiare i vertici attuali. Ma che Mps resti patrimonio del Paese si potrebbe praticare con soluzioni diverse. Per Monte dei Paschi si è messo in campo un piano di salvataggio autorizzato dalla Commissione Ue e dalla vigilanza Bce vincolato alla vendita. Il ministero dell‘Economia italiano detiene il 68,247% della banca. Ma a chi vendere, se e quando vendere e per fare cosa può cambiare notevolmente a seconda delle scelte tecniche da mettere in campo. Borghi ha reagito agli attacchi pubblicando su twitter i grafici dell’andamento di Borsa negli anni del titolo Mps. A guardarlo ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. L’8% di ribasso delle ultime ore sono niente rispetto ad un crollo verticale, del 100%, ripetuto negli anni.

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“Ben vengano le affermazioni di Borghi”, spiega ad Affaritaliani Maurizio Montigiani membro dei piccoli azionisti di Mps ed anche dipendente dell’istituto, “tanto bistrattate per l'auspicio di ‘nazionalizzazione’ di fatto già in essere da non protrarre oltre il 2021. Non è il -8% in Borsa a spaventare noi piccoli azionisti quando anche con Padoan abbiamo vissuto un -99% senza poi però addivenire ad un profondo mutamento di governance e di vertici come invece adesso auspichiamo, potendo così recuperare quei talenti sopiti in grado di far tornare la banca ‘di servizio’ all'economia reale e non dei potentati amicali come visto in passato.”

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E sulla Banca gravano altre incognite. E’ di pochi giorni fa l’invito di Confconsumatori, risparmiatori e piccoli azionisti a chi possedeva azioni MPS fino al 30 giugno 2015 a costituirsi entro luglio nel nuovo processo per falso in bilancio avviato a Milano: Una nuova opportunità per tutti i risparmiatori danneggiati (ci sono in ogni angolo del Paese visto che Mps era considerata un’istituzione) di recuperare i propri risparmi svaniti, recandosi agli sportelli di Confconsumatori.

Come noto, nei giorni scorsi il GUP del Tribunale di Milano, su istanza della Procura di Milano, ha deciso di rinviare a giudizio, in quanto meritevoli di processo, l’ex presidente, l’ex Amministratore Delegato e l’ex presidente del collegio sindacale per falso nei bilanci e nelle comunicazioni della Banca per gli anni 2012, 2013 e 2014 nonché per false comunicazioni sociali in relazione alla semestrale del 2015. Secondo l’accusa gli imputati avrebbero manipolato i bilanci nascondendo perdite complessivamente miliardarie della Banca soprattutto in operazioni su derivati. Questo ovviamente ha comportato un’alterazione innaturale ed una sopravalutazione del prezzo delle azioni con conseguente perdita del valore delle azioni non direttamente dipesa dall’andamento della Borsa. Ma l’appello è rimasto lettera morta sui media nazionali.

A Borghi, dopo gli attacchi dall’ex ministro Pier Carlo Padoan e di buona parte del Pd e media, sono arrivati anche quelli del governatore toscano, sempre del Pd, Enrico Rossi: "Borghi, per favore, taci! Fuori la brutta politica dalle banche. Ai parlamentari deve essere tolta l'immunità per reati che danneggiano società quotate in borsa", scrive su facebook. Era bella la politica con la quale il Pd ha disintegrato Mps?

SCANDALO MPS
Manifesto M5S su Pd e crack MPS

Tags:
crack mpsmps pdmps nazionalizzazionemps borghimps contratto lega m5s





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