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Politica
Nicola Zingaretti e le "cattiverie" del Pd
LaPresse

Nicola Zingaretti sente odor di segretariato da anni, ma ha atteso con antica pazienza il momento giusto per uscire fuori, per proporsi allo scranno più alto di un partito che fino a qualche tempo fa ancora furoreggiava prima della caduta di Matteo Renzi.

A voler fare un po’ di storia sembra proprio che si sia riproposta la guerra civile tra Gaio Mario (Renzi) e Lucio Cornelio Silla (Salvini) che mise fine alla Repubblica nell’antica Roma (82 a.C.), con la vittoria del secondo, con la piccola differenza che un Giulio Cesare non sembra proprio essere all’orizzonte nel Partito Democratico con buona pace del governatore del Lazio.

Zingaretti è un politico scaltro e tattico, poco strategico, che basa il suo agire politico nell’hic et nunc e non si è esposto finché non ha intravisto una possibilità concreta, appunto la caduta di Renzi e la pochezza dei contendenti.

Ed essendo appunto un tattico ha fatto l’unica cosa scontata e prevedibile che poteva fare: cercare l’alleanza con i Cinque Stelle dai quali li separa ideologicamente anni luce.

Zingaretti è un uomo di apparato sovietico se non albanese che costruisce le proprie fortune passo dopo passo e mai si sarebbe avvicinato a Grillo se non costretto dalle necessità.

Zingaretti non è stato mai parlamentare (un limite) ed ha svolto la propria carriera sempre nel locale e quindi è caratterizzato dal suo legame con Roma (un altro limite) e a lui i Cinque Stelle servono per recuperare parte dell’elettorato e per contrastare un’idea del Pd, quella di “destra” e liberale di Renzi, che è troppo nuova per non essere considerata una curiosa parentesi storica nel partito che di Antonio Gramsci.

Da ultimo Zingaretti cerca di schermirsi verso le sue aperture movimentiste dicendo che chi parla di sue aperture ai Cinque Stelle dice “cattiverie” e che: “Al mio partito chiedo più rispetto e meno sospetto”.

Sarà, ma parafrasando Giulio Andreotti, uno che se ne intendeva di politica, qualcuno dirà cattiverie ma probabilmente ci prenderà.

 

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