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Politica
Ema, noi ‘furbi' e gli olandesi ‘onesti’: le inutili lezioni dell’Europa

Se il Governo italiano avesse chiesto all’Europa di di secretare le carte nel corso della scelta di Ema e poi si fosse scoperto quello che ora sta emergendo di ‘farlocco’ nella scelta olandese tutto l’establishment europeo avrebbe arricciato il naso e i giornali avrebbero aperto con ‘i soliti mafiosi italiani’.


Forse, in parte, lo saremo anche un po’ furbacchioni, ma stavolta proprio no. 

Questa volta quelli che hanno perso la faccia e si sono ‘fumati' l’etica non siamo certo stati noi.
In primo luogo a proposito di Ema è stata l’Europa che, di fronte all’evidenza di una forte scorrettezza, sta trattando uno dei Paesi fondatori ( e il terzo per importanza) come l’ultimo dei soci, quello senza diritto di voto.
In secondo luogo l’Olanda che, sembra aver dimenticato di colpo la propria tanto decantata onestà e dichiarata trasparenza. Trasparenza di cui tentano di fregiarsi tutti i paesi del nord Europa.

Junker e Olanda contro l’Italia. Che serve un’Europa così?

Ma non è solo questa ‘presa per i fondelli' che fa chiedere a molti italiani, in fondo quasi tutti europeisti, a che serve far parte di un’Europa che ti considera così? 

L’ultimo recente schiaffo è di ieri, nelle dichiarazioni allarmistiche e senza alcun senso del Presidente Jean Claude Juncker, a proposito delle nostre elezioni.
‘ Prepariamoci allo scenario peggiore, a un governo non operativo e a una reazione dei mercati’ così ha dichiarato Juncker senza valutare che simili affermazioni potrebbero avere senso in un paese in via di sviluppo ma non per l’Italia. Un’Italia che ha cambiato più o meno 70 Governi ma mai è stata ingovernata. 

Nessun paese europeo può’ darci lezioni.  Tantomeno l'inconsistente burocrazia europea che, così com’è, proprio ci si chiede a cosa serva.

Junker e Olanda contro l’Italia. Nessuno può darci lezioni

L’Italia, ad esempio, ha dato lezioni di solidarietà nei confronti del gigantesco problema dei migranti. Lezioni ad un’ Europa sorda ed ipocrita. 
L’Italia ha confermato di essere un pagatore serio ed affidabile onorando con puntualità tutti i suoi impegni annuali. Altri Paesi non hanno fatto altrettanto.
L’Italia mai si è ritirata di fronte agli impegni militari di pace in tutti i Paesi dove era richiesta una presenza. 


Bene ha fatto il premier Paolo Gentiloni a sottolineare che non stiamo facendo un salto nel vuoto e che in ogni caso il paese garantirà la governabilità.


E che servono inoltre le risposte di routine che paiono un ‘prendere tempo'  della Commissaria alla Concorrenza Marghrete Vestagher al nostro Ministro Carlo Calenda in occasione del drammatico problema di Embraco?. ‘Assicureremo intransigenza’ è stata l'ovvia risposta della Commissaria al preoccupato Ministro Italiano.
Certo, inutile così come la trasparenza assicurata solo a parole nella valutazione di Ema.

A un Paese come il nostro non servono prediche inutili lanciate da una burocrazia che pare, questa si, sempre più inutile.. 

In questi casi l’Europa avrebbe il dovere di fare silenzio e agire invece con concretezza. 

Un bel silenzio, soprattutto a una settimana dal voto italiano, sarebbe un’importante segno di lungimiranza e rispetto.
Anche perché, purtroppo, i rigurgiti antieuropeisti sono sempre alla porta. 
  

 
 
 
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