Politica
Non solo De Mita. 77enne ex PSI diventa sindaco di Comune sciolto per mafia

I leoni della prima Repubblica. L’ex parlamentare Saverio Zavettieri sindaco del suo Comune di nascita in Calabria. Due anni fa il commissariamento per mafia
La sciatteria, la mancanza di una visione, l’impreparazione, i tecnicismi da professori burocrati, la mancanza di nerbo morale, l’arrivismo più demenziale sembrano la cifra dei gruppi dirigenti pubblici nati dalla stagione di Mani Pulite e dopo tante evoluzioni arrivati fino a noi.
Nell’ultima tornata elettorale però alcuni anziani signori o ciò che resta della Prima Repubblica hanno raccolto il grido di aiuto della provincia sommersa, i piccolissimi Comuni dimenticati, quelli senza risorse, classe dirigente, condannati al declino in cui non si vuole candidare nessuno e dove spesso chi lo fa è la lunga mano del malaffare o delle clientele locali, peraltro di bassissimo profilo. Quella stessa provincia che in massima parte ha votato alle Europee proprio per Salvini .
Infatti non c’è solo il 91enne Ciriaco De Mita, neoeletto sindaco di Nusco, 4150 abitanti, in provincia di Avellino a lanciarsi nella mischia ma tante altre figure. Tra questi l’ex socialista Saverio Zavettieri, 77 anni a giugno. Più volte deputato del pentapartito e volto noto del PSI di Bettino Craxi, di cui è stato membro della direzione nazionale dalla fine degli anni ‘80 fino al declino. Zavettieri si è messo in prima fila per il suo Comune di nascita, Bova Marina, 4150 anime in provincia di Reggio Calabria, ente più volte commissariato, ultimamente nel 2017 per infiltrazioni mafiose con il sindaco finito ai domiciliari per il coinvolgimento in una inchiesta della Dda di Reggio Calabria.
“Ho fatto questo azzardo per l’età”, accenna sornione Zavettieri ad Affaritaliani.
Ha vinto le ultime amministrative con il 53,78% dei consensi su una lista composta di ex amministratori e medici locali. “I Comuni sono messi male visti i mancati trasferimenti di risorse”, spiega, “e si sa che anche i commissariamenti non portano alcun beneficio, lasciano tutto intatto, facendoci trovare anche le scarpate simili a discariche e non voglio aggiungere altro”.
Ma a questa età non si fa il nonno?
“Nessuno voleva candidarsi ed hanno insistito che lo facessi io. Era un dovere morale. Bisogna ridare ai Comuni il proprio ruolo. Sono il primo baluardo dello Stato ma sono diventati tutt’altro. Eppure abbiamo tante qualità in questa piccola cittadina”
Me ne dica una.
“Gliene dico tre. Un mare bellissimo, un museo e parco archeologico che vanno dal neolitico ed il VI secolo d.C. e la seconda più antica sinagoga d’Italia, dove a breve, mi dicono i rabbini, verrà celebrato un evento tra i più importanti degli ultimi anni e sono attesi ospiti da tutto il mondo”.
Alto, capelli grigi ancora tutti in testa, occhiali inforcati che coprono le occhiaie, eloquio da Prima Repubblica, Zavettieri da vecchio istrione della politica ha annunciato in campagna elettorale che non prenderà l’indennità di sindaco, vivendo del vitalizio da parlamentare anche se dimezzato e spiegando così il suo slancio: “Pensavo che il mio tempo fosse scaduto ma non avevo fatto i conti con la gravità della situazione in cui è finito il mio Comune”.
E ancora: “Nel 2005 ho rifiutato l’incarico da ministro che mi aveva offerto Silvio Berlusconi. Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei candidato sindaco a Bova Marina l’avrei preso per pazzo perché avendo esaurito le mie risorse politiche oggi sono impegnato in altri campi, più a dare consigli sulla cosa pubblica che altro. Ma forse oggi il pazzo sono io”. “In verità ho dato alla mia comunità molto meno di quanto ho ricevuto in formazione e cultura che mi hanno permesso di fare quello che ho fatto”.
“In ultima istanza dobbiamo tornare a fare valere il diritto dei cittadini a farsi amministrare, indipendentemente da tutto, indipendentemente da quanto accaduto”, ha detto ad Affari il neo sindaco.
Chissà dove porterà questa avventura ma di certo è il segno che i tempi sono maturi per una riflessione profonda su cosa sia diventato in questi anni il nostro Paese, senza più partiti e gruppi dirigenti formatisi in quegli ambiti.