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Politica
Nubifragio a Roma e a Livorno: sui Cinque Stelle si abbatte il maltempo

In occasione di eventi tragici come quello che ha colpito la città di Livorno occorre in primis ricordare le vittime e non speculare.

Detto questo però, occorre anche fare un’analisi obiettiva di quanto accaduto e trarne delle conseguenze politiche ed amministrative che mettano ben in luce le responsabilità al fine che in futuro non avvengano più o siano mitigate dall’esperienza passata.

Infatti, oltre a Livorno, c’è stato anche il caso di Roma che fortunatamente non ha prodotto vittime, ma danni ingentissimi sì e solo per il caso assolutamente fortuito che si è trattato di una domenica non ha prodotto danni ancora maggiori.

Colpisce anche che, nei due casi, Livorno e Roma, l’amministrazione sia retta dai Cinque Stelle.

Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin è uomo di scienza essendo laureato in ingegneria aerospaziale a Pisa e questa è una aggravante nell’incredibile palleggiamento di responsabilità che fa seguito al disastro.

Nogarin mette le mani avanti oggi (tra l'altro minacciosamente con un riferimento al suo essere rugbista), in una intervista al Corriere della Sera con il solito repertorio a cui ci hanno abituato gli amministratori pentastellati, a cominciare dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e i tragici fatti di Piazza San Carlo.

Nogarin, dice che ora lo metteranno in croce ma su questa croce è lui che è voluto salire mettendosi alla guida dei masanielli livornesi. Polemizza, come da prassi, con la Protezione civile sui colori, si chiama “cromoprotezione”, e poi, incredibilmente, dice che anche la settimana scorsa c’era stato un allarme e lui aveva approntato tutto e quindi questa volta si è rifatto, sembra di capire, al noto effetto di “pierino e il lupo”, ma il sindaco ha il dovere di saper distinguere le varie situazioni e comunque di proteggere sempre e comunque al massimo i cittadini che gli sono stati affidati dalle urne.

Poi il salvagente finale nel “clima che cambia” e quindi tutto è imprevedibile de la colpa alla fine è sempre di Trump. Invece era prevedibile quello che sarebbe successo a Livorno, tra l’altro una città a grande rischio idrogeologico da inizio secolo a causa di azioni che hanno sconquassato il territorio come fa notare oggi Gian Antonio Stella, sempre sullo stesso giornale.

Intanto, mentre il sindaco giocherella sui colori una intera famiglia è annegata dentro la propria casa e questo nell’Italia civile ed evoluta del XXI secolo.

A Roma invece, non ci sono state vittime ma solo per puro caso.

Il violentissimo temporale che si è abbattuto sulla Capitale era infatti, anche in questo caso, ampiamente previsto ma la Raggi aveva fatto diramare un clamoroso comunicato comunale di sabato che parlava di “deboli temporali” in arrivo a cui sono seguite come da prassi le solite scuse a cui la Raggi ci ha abituato.

Le scuse rivelano una assoluta incompetenza e faciloneria: “Ci spiace per la non correttezza dell’informazione ma questo post è stato programmato venerdì mattina e allora davano tali previsioni”.

Aggiornarle a domenica no, eh? Magari interrompendo il sacro weekend per la Capitale d’Italia.

Me ne sono occupato ieri in questo articolo: https://www.affaritaliani.it/politica/roma-allagata-nessun-piano-di-emergenza-498239.html

A parte le sottovalutazioni gravissime, a Roma è fallito completamente il piano di pulizia  di caditoie bloccate dalle foglie e manutenzione dei  tombini eruttanti acqua, che l’assessora all’ambiente, Pinuccia Montanari, aveva strombazzato come fiore all’occhiello. Roma è andata subito sott’acqua con veri e propri fiumi che scendevano dalle strade portandosi a spazzo bidoni dell’immondizia (almeno così si saranno lavati un po’, dato lo stato miserrimo di pulizia in cui li tiene l’Ama) e smosso auto parcheggiate, con persone rimaste bloccate nelle auto come all’ardeatina nei sottopassi, mentre la sindaca Raggi non trovava di meglio che consigliare ai romani di “non uscire”. E ci voleva il sindaco per consigliarlo? A parte che è troppo facile per un amministratore dire di tapparsi in casa. Il suo ruolo infatti è quello di governare i processi complessi di una città moderna e non di fermarli.

Queste considerazioni a livello locale sono poi da accostarsi con quanto afferma quotidianamente l’onorevole Di Maio, tra gaffe e cose spesso non corrette e questo ci dà l’esatta misura della incapacità amministrativa di chi si candida a governare l’Italia.

 

 

 

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