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Nuova aggregazione editoriale a destra. Ma Salvini resta senza rappresentanza
Matteo Salvini

Nuova aggregazione editoriale a destra, ma Salvini resta senza rappresentanza

Antonio Angelucci aveva in mente un progetto strategico: fare una sorta di Fox News italiana e ci è riuscito acquistando il controllo di Libero, il Giornale e il Tempo. L’ultimo tassello è stato quello di acquisire il 70% de il Giornale da Paolo Berlusconi che conserva ancora il 30% delle azioni. Si tratta quindi di un polo editoriale e a capo del marketing è stato chiamato Emanuele Ranucci che è stato il responsabile dei social al Parlamento europeo con il ministro Antonio Tajani. Angelucci possiede una imponente rete di cliniche private stanziate principalmente nel centro – sud.

LEGGI ANCHE: Promozione, da Libero a Il Giornale: Angelucci punta su Gruppo Editoria Italia

Nel contempo c’è stato un ampio giro di valzer di direttori. Sallusti e Feltri sono andati da Libero a il Giornale mentre Sechi, ex capo comunicazione di Palazzo Chigi, è andato a dirigere Libero, resta al suo posto il direttore de il Tempo Davide Vecchi. Oltre a questo c’è l’entrata a il Giornale di Mike Pompeo, l’ex segretario di Stato di Donald Trump. Prima di tutto questo però Angelucci (78) è andato a trovare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi insieme al figlio con cui ha parlato del piano. Ma non è tutto. Daniele Capezzone entra a Libero come direttore editoriale. Già parlamentare e radicale, porta una visione atlantista. Negli ultimi anni ha lavorato a la Verità e per Mediaset. La seconda linea di fuoco vede i nuovi ingressi di Pietrangelo Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri, Annalisa Chirico e Marco Patricelli. Pietro Senaldi, condirettore di Libero, per ora resta e “fornirà idee a Sechi”. Augusto Minzolini, ex direttore de il Giornale, rimane come editorialista.

Poi c’è la Verità e Panorama di Maurizio Belpietro che resta ancora fuori dall’impero Angelucci, anche se ci sono state voci di interessamento, smentite dal primo. In qualche occasione il gruppo si è dimostrato critico nei confronti di FdI, palesando una indipendenza che potrebbe preoccupare la Meloni.

La sensazione è che gli Angelucci abbiano predisposto una corazzata di destra, un po’ come quella di Cairo con il Corriere della Sera e la 7 o Repubblica e la Stampa di Gedi – Agnelli, che peraltro sono nettamente schierate a sinistra. Sullo sfondo, naturalmente, c’è Mediaset, storico baluardo della famiglia Berlusconi e di Forza Italia.

Una corazzata che già da tempo si muoveva a supporto di Palazzo Chigi -e cioè di Giorgia Meloni- e che ora scenderà pesantemente in campo a suo supporto sia per la politica interna sia per le Europee. Ma se Fratelli d’Italia ha Angelucci e Forza Italia Mediaset (con un po’ de Il Giornale), resta scoperto Matteo Salvini e la Lega che, in questo momento, non hanno un supporto editoriale e si “appoggiano” –per così dire- su Angelucci e Mediaset. Non sfugga inoltre, come prima detto, che a capo del marketing degli Angelucci c’è Ranucci, uomo di Tajani e quindi di Forza Italia. Tuttavia, in vista delle Europee 2024, ogni partito farà corsa a sé perché la legge elettorale è strettamente proporzionale. Già gli effetti politici di questo si sono visti all’opera con Salvini che si è spostato a destra, vedi ad esempio l’invito a Pontida di Marine Le Pen. Paradossalmente Angelucci è stato eletto con la Lega ma è del tutto evidente che il suo riferimento politico è principalmente la premier. A questo punto occorrerà che il Carroccio si trovi una rappresentanza editoriale, per così dire, che la possa supportare nella battaglia politica interna e soprattutto esterna in vista delle Europee del prossimo anno.

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