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Politica
Ora Renzi cavalca lo scandalo banche

Matteo Renzi ha trovato (forse) il modo per risalire nei sondaggi. O almeno così spera. La Banca d'Italia torna al centro dello scontro politico e il segretario del Pd ha deciso di cavalcare quanto sta emergendo dalla Commissione di Inchiesta guidata da Pier Ferdinando Casini. "Abbiamo sempre detto: il tempo è galantuomo. La Commissione lo ha dimostrato anche in queste ore. Il Pd è stato accusato per anni, oggi sono in tanti che dovrebbero chiederci scusa: non eravamo noi il problema". E ancora: "Ma adesso non vogliamo riaprire polemiche - aggiunge -: quello che è accaduto sia di insegnamento per il futuro e si aiutino famiglie e piccole imprese ad avere accesso al credito".

"Sulle banche abbiamo la coscienza e la fedina pulita", ha affermato Renzi a L'Aria che Tira e a chi parla di 'conflitto di interessi' sulla vicenda Etruria, il segretario dem ribatte: "E' talmente falso che siamo stati noi a buttare fuori il Cda di Etruria. Ci sarebbe stato un conflitto d'interessi se avessimo fatto il contrario, se avessimo difeso quel Cda". "Quello che è emerso -prosegue- è che le responsabilità penali in quella vicenda non riguardano il padre della Boschi e l'onestà intellettuale dovrebbe portarci a dire che mentre c'era chi faceva ruberie e scandali, noi abbiamo buttato fuori il cda di Etruria". E a chi gli chiede se, per chiarire la questione, non sia il caso che la commissione banche ascolti l'ex-ad di Unicredit Ghizzoni e Maria Elena Boschi, Renzi argomenta: "Non posso dire io chi va sentito e chi no in commissione banche. La mia opinione è che tutte le volte che ci si è parlato delle banche, i pasticcioni eravamo noi, ora si è capito che non è così. Il tempo è galantuomo".

Dalle audizioni in commissione banche "si è dimostrato che il Pd di pasticci non ne ha fatti". E su di chi siano le colpe della vicenda banche, argomenta: "Non facciamo errori, non confondiamo le guardie con i ladri: la colpa degli errori delle banche è dei cda delle banche, dei manager, di tutti quelli che non hanno governato bene le banche e sono dell'idea che questi debbano pagare". "Però -aggiunge Renzi- in questi due anni e mezzo è sempre venuta fuori la polemica che sulle banche la colpa era del Pd, che noi eravamo amici dei banchieri, ora siamo andati a vedere se la mancata vigilanza è colpa delle politica o dei tecnici e quello che è emerso è che il Pd non ha fatto pasticci".

Banche: Casini, irrealistica ipotesi proroga lavori

"Mi sembra un'ipotesi irrealistica, del tutto fuori da ogni possibilita', soprattutto perche' sarebbe anche singolare nella forma e nella sede". Cosi' il presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle Banche, Pier Ferdinando Casini, ha risposto ai cronisti in merito alla possibilita', avanzata in particolare dal vice presidente della Commissione, Renato Brunetta, di prorogare i lavori della Commissione inserendo una disposizione ad hoc nel decreto Milleproroghe, al fine di non essere bloccati dallo scioglimento delle Camere.

Banche: Casini, legarci ai fatti, cose non hanno funzionato

"Io cerco di tenere la Commissione al riparo dalle polemiche e di legarla ai fatti. E i fatti sono che le cose non hanno funzionato come dovevano" per quanto riguarda le Banche. Cosi' ha risposto il presidente della Commissione d'inchiesta parlamentare sulle Banche, Pier Ferdinando Casini, alla domanda dei cronisti sulle polemiche scaturite ieri in seguito all'audizione del procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, sul caso Banca Etruria. Parlando al termine dell'audizione di oggi del procuratore della Repubblica di Chieti, Francesco Testa, sul caso della Cassa di Risparmio di Chieti, Casini ha poi aggiunto: "D'altronde, se le cose avessero funzionato non ci sarebbe stato bisogno di una Commissione d'inchiesta parlamentare. Detto questo, siamo tutti sufficientemente intelligenti per non confondere i ladri con le guardie".

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