Aci non sarà Alitalia ma Delrio stia attento
«Aci non sarà Alitalia, dicono nei corridoi del Ministero delle Infrastrutture, ma Delrio stia attento perché può scoppiargli tra le mani un’altra grana…».
Le voci che giungono ad Affaritaliani Palazzi&Potere dalle latitudini del dicastero di Porta Pia non portano bene al ministro che ha rinnovato la sua fede renziana, riuscendo a rientrare nella cerchia degli amati del leader PD dopo i ripetuti atti di fedeltà in occasione della scissione bersaniana e dell’inchiesta Consip.
Infatti, proprio ora che le quotazioni dell’ex sindaco di Reggio Emilia avevano ripreso a salire, due casi mettono in mora Delrio. La prima è la ben nota vicenda Alitalia, nell’ambito della quale i ministri Calenda e Delrio sono stati spiazzati più volta dal segretario del partito di maggioranza.
L’altra è la vicenda Aci-Hp, che agita le strade della Capitale e che potrebbe finire presto all’attenzione di trasmissioni come Report o di giornalisti come Corrado Formigli.
Maggio è il mese dedicato alla conversione del decreto legislativo, il mese in cui le commissioni infrastrutture e comunicazioni di Camera e Senato devono esprimere il loro parere su una riforma che potrebbe in un solo colpo indebolire il sistema Italia, mandare a casa un sacco di gente e far persino lievitare i conti dello Stato.
Al centro delle discussioni dei parlamentari e delle proteste delle centinaia e centinaia di lavoratori di Aci informatica che ogni giorno protestano sotto i ministeri e i palazzi di Camera e Senato c’è la gestione degli archivi del Pra e della Motorizzazione Civile. I primi sono gestiti dall’Aci, i secondi dalla Motorizzazione Civile. I primi al contribuente non costano nulla, gli altri costerebbero eccome. E mentre i dati del Pra sono gestiti da Aci informatica, quelli della Motorizzazione dall’americanissima HP, che vinse l’appalto ai tempi del governo Letta.
A destare più d’una preoccupazione è lo sbilanciamento di dati sensibili, competenze e risorse da un’azienda italiana a una straniera. Non c’è vantaggio per lo Stato, i nostri dati restano in mano a un’azienda straniera (e nemmeno europea).
E allora, perché? I bene informati escludono l’ipotesi rilanciata nei giorni scorsi dal quotidiano Il Giornale, ovvero che possa trattarsi della ripresa del conflitto di antica memoria renziana che vede contrapposti il ministro Delrio e il ministro Luca Lotti, da sempre affezionato sostenitore dell’Aci. Tuttavia, così come per Alitalia, Renzi dovrà forse molto presto fare i conti con una nuova grana. A quel punto il suo ministro dovrà spiegargli cosa sta accadendo e perché si va verso le elezioni con una nuova sacca di scontento nei confronti del PD.