'Amici miei' secondo Matteo; non conta più nulla ma decide tutto lui
E meno male che ora Renzi è solo un privato cittadino che, a suo dire, aveva staccato la spina e si dedicava ad 'ossigenare il cervello'
Confermati i suoi uomini, dal tesoriere Alberto Bianchi al finanziatore Fabrizio Landi al commercialista Saracini
Tutte le scelte paiono prese tra Rignano sull' Arno e Pontassieve, anche se Matteo Renzi non avrebbe alcun titolo a condizionare le nomine pubbliche, a differenza che nella tornata precedente del 2014 quando era presidente del Consiglio e segretario del Pd, scrive il Fatto.
La scelta di rottura più drastica è l' indicazione del banchiere Alessandro Profumo a Leonardo: uomo di finanza, non ha mai avuto esperienze industriali, e quello della tecnologia per la difesa è un settore molto complesso.
In Enel viene confermato Alberto Bianchi , avvocato ma soprattutto presidente della Fondazione Open, la cassaforte del renzismo, e consulente di quella Consip guidata da Luigi Marroni al centro delle cronache giudiziarie. In Eni resistono le due quote toscane: Diva Moriani , di Arezzo, vicepresidente esecutivo di Intek Group di Firenze (rame), braccio destro di Vincenzo Manes , altro finanziatore del renzismo. Tra i membri del collegio sindacale, rimane pure Marco Seracini : commercialista fiorentino, tra i primi sostenitori dell' ascesa politica di Renzi.