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Palazzi & potere
Ascolti tv, Anzaldi: "Che brutto tempo che fa per Fabio Fazio"

Onorevole Anzaldi, la Rai definisce ‘fake news’ le notizie secondo cui la trasmissione di Fabio Fazio la domenica si starebbe rivelando un flop. Che ne pensa?
La Rai gioca con i numeri per cercare di mascherare l’evidente fallimento dell’operazione Fazio. Dicono che Rai1 la domenica sera abbia guadagnato rispetto allo stesso periodo del 2016 e starebbe al 16,3% di media rispetto al 15,5%. Numeri in libertà, che dimenticano alcuni elementi.

Di quali elementi parla?
Innanzitutto ad autunno 2016 Raiuno mandava in onda le repliche di Don Matteo, che invece in prima visione sta al 30%. La media di quest’anno di Raiuno, peraltro, è stata tirata su da due Gran Premi di automobilismo che sono stati trasmessi cancellando lo show di Fazio, e che hanno ottenuto rispettivamente il 18% e il 22% di share. E poi è sotto tutti gli occhi di tutti la parabola discendente di ‘Che tempo che fa’: partito al 20%, è andato sempre calando e nell’ultima puntata è precipitato al 13%. Nelle ultime tre puntate, quelle andate in onda dopo lo stop dei due Gp, ha ottenuto una media del 14,1%, ben al di sotto della media di rete e del risultato dello scorso anno.

Che conseguenze può avere questa situazione?
Se Fazio continuerà a scendere, o comunque se si stabilizzerà sul 13%, vorrà dire che la Rai dovrà risarcire gli inserzionisti pubblicitari, dando altri spazi gratuiti per compensare la mancata visibilità che la trasmissione di Fazio avrebbe dovuto garantire, sulla base di una previsione di ascolti ben maggiore. Ma dalle poche dichiarazioni ufficiali che arrivano dalla Rai emerge un ulteriore elemento ancora più grave.

A cosa si riferisce?
Il ritornello secondo cui Fazio si ripaga con la pubblicità è una bufala. A confermarlo sono gli stessi dirigenti Rai. Rispondendo ad una mia interrogazione, la Rai ha affermato che nessuna trasmissione viene venduta singolarmente, a parte eventi come Sanremo e i Mondiali, per cui gli inserzionisti comprano complessivamente la programmazione. Se le cose stanno così, vuol dire che nessun investitore acquista specificamente Fazio, quindi è una fake news dire che la pubblicità lo ripaghi. Lo conferma anche l’amministratore delegato di Rai Pubblicità al Giornale, quando dice che non è possibile calcolare l’eventuale perdita economica di Che tempo che fa, perché i break pubblicitari non vengono venduti per singoli programmi. Se le cose stanno così, perché per settimane ci hanno detto che senza Fazio la Rai ci avrebbe rimesso, per cui era necessario garantirgli il contratto milionario che ha preteso?

La Rai afferma, però, che una puntata di Fazio costa un terzo rispetto a una fiction, quindi c’è comunque un risparmio.
Una giustificazione che ha poco senso. Anche Techetecheté costa pochissimo e fa più ascolti di qualsiasi altro programma, allora bisognerebbe trasmettere solo materiali di archivio e pagarli con cifre milionarie? E poi occorre fare attenzione con i paragoni: tra la trasmissione di Fazio e una fiction come ‘Braccialetti rossi’, dedicata ai bambini malati di cancro, quale rappresenta meglio l’anima del servizio pubblico? Hanno più valore sociale le storie del piccolo Leo o un’intervista a Berlusconi? E comunque le fiction si possono trasmettere in replica per coprire altre porzioni di palinsesto e vendere all’estero, lo show di Fazio no.

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michele anzaldifabio fazioraiunoche tempo che fa





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