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Palazzi & potere
Associazionismo e Confederazioni di Categoria: verso il sì

Associazionismo e  Confederazioni di Categoria: orientamenti e posizioni a favore del Si

 

Il referendum costituzionale, che dovrà confermare o meno la riforma votata dal Parlamento in questa legislatura, inizia a coinvolgere ed a far discutere finalmente nel merito anche il mondo dell’associazionismo italiano e degli organismi  di categoria. Il “fronte” delle realtà che hanno deciso di sostenere il “Si” al momento sembra essere molto ampio, variegato e non riconducibile a logiche di partito, ma molto trasversale. C'è da notare, tuttavia, una posizione sostanzialmente omogenea nell'ambito del mondo della imprenditoria, dalla grande industria alle piccole e medie imprese, nei vari comparti produttivi, come nell'associazionismo spontaneo e nelle reti dei cittadini per il Si, frutto della consapevolezza che il referendum rappresenta un appuntamento con il futuro da non  mancare.
Il 21 luglio a Roma CONFIMI Industria, la Confederazione dell'Industria Manifatturiera Italiana e dell'Impresa Privata ha organizzato un importante meeting, presieduto dal presidente Paolo Agnelli, confrontandosi con il ministro per le riforme Maria Elena Boschi sul tema della riforma costituzionale. In particolare Agnelli ha evidenziato che "Un Paese moderno ha bisogno di istituzioni moderne, un Paese che vuole ripartire, deve avere amministrazioni efficienti, un paese che vuole essere competitivo deve avere regole certe”.
L'obiettivo dell'incontro è stato proprio quello di coinvolgere l'insieme degli organi di rappresentanza di CONFIMI Industria per condividere la piena consapevolezza dell'importanza del prossimo appuntamento referendario.  Il Presidente Paolo Agnelli ha concluso affermando che "votare Si al referendum, vuol dire credere nel processo di riforma del nostro ordinamento, sostenere una struttura istituzionale solida e capace di progettare politiche pubbliche utili al Paese".
Gia in precedenza vi erano state numerose prese di posizioni  anche da parte di Confindustria, che grazie all’impegno e alla convinzione messa dal neo-presidente Vincenzo Boccia si è schierata nettamente per il Si.  Nell’ultima riunione del Consiglio Generale, lo scorso giugno,  sulla base della proposta della Presidenza, caldeggiata dallo stesso Boccia, si è raggiunta l'unanimità dei componenti del “parlamentino” di via dell’Astronomia. Motivo? A detta di Boccia “serve più stabilità politica” e un procedimento legislativo più semplice, una chiara definizione delle competenze e dei confini tra Stato e Regioni va sicuramente a favore di tale richiesta, ha sottolineato il Presidente , a prescindere da quale sia il Governo o la situazione politica attuale.
La realtà del mondo del commercio italiano, seppure con i suoi “distinguo”, sembra confermare con forza l’impianto della riforma costituzionale, alla quale però vorrebbe affiancata una ancora più coraggiosa riforma fiscale, tale da diminuire il peso delle tasse sui propri associati. Questo si evince dalle dichiarazione del presidente della ConfCommercio, Corrado Augusto Patrignani:”Come non essere favorevoli a un sistema parlamentare semplificato e rafforzato, con un ruolo più incisivo del governo?Ma soprattutto come possiamo essere contrari a un nuovo sistema che produca più celermente le riforme e tolga la macchina amministrativa dall'impasse in cui sovente si inceppa?".
Non manca un sostegno forte e trasversale anche nell'ambiente dell’agricoltura. Va in questa direzione la delibera approvate dal Comitato Direttivo e dalla Giunta di Confagricoltura che si sono espressi a favore della riforma costituzionale, che “modifica ha spiegato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi - una serie di aspetti su cui noi da anni chiediamo un intervento, puntando: alla semplificazione del processo legislativo; all’eliminazione del bicameralismo perfetto; alla riduzione dei parlamentari, all’abolizione delle provincie e del Cnel; al riaccentramento di politiche fondamentali come l’energia, la sicurezza alimentare, l’ambiente;." In conclusione  Mario Guidi ha affermato “Certo l’agricoltura resta di competenza delle Regioni, tuttavia il raccordo Stato-Regioni si modificherà e, con una più chiara redistribuzione delle competenze dell’uno e delle altre, si andranno ad eliminare molte delle sovrapposizioni e delle incertezze oggi esistenti ..”.
Anche la Coldiretti, già da fine maggio scorso ha preso pubblicamente posizione a favore del “sì” per bocca del segretario generale  Vincenzo Gesmundo, il quale ha affermato che “Amiamo l’Italia e l’Italia ha bisogno di buone leggi con tempi certi e giusti e processi di semplificazione”.
Analoga posizione da parte della Confederazione Italiana Agricoltori C.I.A, che  ha dato il suo sostegno al voto positivo di conferma della Riforma Boschi, come ha rilevato il suo presidente Dino Scanavino che ha apprezzato nel testo la positiva novità della previsione di una “nuova forma di rappresentanza”.
 

Massimo de Meo

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