Banche, Padoan firma o non firma? Questo è il problema
Il caso dell' amministratore delegato di Mps Marco Morelli è solo il più eclatante e illumina l' imbarazzo del ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan: da due anni e mezzo non firma il decreto attuativo delle nuove severe norme europee sui requisiti tecnici e morali dei banchieri.
The European House-Ambrosetti ha già lanciato l' allarme: tra i 271 consiglieri delle prime 19 banche italiane, ben 63 non hanno i nuovi requisiti di "competenza".
Da qui l' avvertimento da veri liberisti: "Bisogna fare attenzione a non sfociare in un eccesso di regolamentazione", scrive il Fatto.
Se poi si verificassero anche altri requisiti imposti dalle nuove norme (onorabilità, correttezza, indipendenza e disponibilità di tempo), probabilmente dovrebbero andare a casa metà dei banchieri. Ecco spiegato il terrore. La direttiva europea nota come Crd IV è del 26 giugno 2013. Sono passati quattro anni e per l' Italia è ancora lettera morta. Sono occorsi due anni per il recepimento della direttiva, e il decreto legislativo 72 del 12 maggio 2015 già annunciava in quale gloria sarebbe finito il salmo: le nuove norme sarebbero entrate in vigore solo con un decreto attuativo e si sarebbero applicate solo alle nomine fatte dopo il decreto.
Padoan sembra orientato a proteggere i banchieri italiani dal ciclone che potrebbe travolgerli. In questi due anni di vuoto ci sono state valanghe di nomine. Per esempio nel 2016 sono stati eletti consiglio di sorveglianza e consiglio di gestione dell' Ubi, il cui stato maggiore è quasi interamente imputato per gravi reati commessi nella gestione della banca. Per non parlare delle ripetute nomine ai vertici delle due banche venete avviate verso il baratro.