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Palazzi & potere
Calenda e Martina alla 'Macron': via alla battaglia del grano (italiano)

Il Ministro Calenda è sempre stato uno strenuo sostenitore della globalizzazione e dei trattati di libero scambio - si veda alla voce TTIP e CETA. Allora c’è da chiedergli perché ha scelto di sostenere la crociata di Coldiretti e del Ministro Martina contro le importazioni di grano dall'estero. Calenda e Martina hanno firmato un decreto che mira ad imporre l’indicazione di origine del grano utilizzato per produrre la pasta. Chiamiamolo protezionismo. 

Succede così che il Ministro Martina decida di recarsi a Bruxelles per valutare la fattibilità di un decreto italiano sull’origine controllata del grano. Una volta capito che l’aria non tira a favore, dal momento che l’obiettivo dell’Europa è tutelare la libera competizione, il Ministro se ne torna a casa e il giorno dopo, con il sostegno del Ministro Calenda, decide di far passare un decreto sul grano.

Martina e i suoi tecnici sanno bene che tale provvedimento, esaltato dai media nazionali come il nuovo manifesto del made in italy alimentare, infrange i principi europei sulla libera concorrenza e che prima o poi l’Europa opporrà il suo veto. Allo stesso modo, il ministro Martina sa bene che di fronte all’eventuale ammenda di un’azienda che non riporta in etichetta l’origine del grano, la stessa potrà ricorrere impugnando la sentenza, vincendo la causa facilmente.

Anche il Ministro Calenda ha capito che questo decreto avrà vita breve. Lo schema ricalca alla perfezione il tipico atteggiamento del Governo Gentiloni: si comunica che verrà adottato un provvedimento destinato a scontentare qualcuno ma ad accontentare qualcun altro, nel frattempo ci si adopera per non muovere un dito così da accontentare gli scontenti, addomesticando invece gli speranzosi con il vecchio adagio “ci abbiamo provato!”.

 

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