Capezzone:'spesa e debito pubblico ai massimi ma poi non arrivano i soccorsi'
Abbiamo uno stato che spende e spreca ma poi non è in grado di spazzare in tempo una strada
Sono ore di lutto, di dolore, di angoscia. La tragedia dell’Hotel Rigopiano lascia sgomenti. Le storie umane di giovani lavoratori, della coppia di ragazzi per la prima volta in vacanza insieme, di bimbi e genitori, di famigliole intrappolate in un inferno di neve e detriti, trasmettono un senso di stordimento, di mortificazione, di impotenza.
Non partecipo al coro delle polemiche, delle strumentalizzazioni politiche, di chi (e mi sembrano poco intelligenti entrambi gli atteggiamenti) difende per forza il governo o di chi invece attacca altrettanto meccanicamente.
Faccio invece una riflessione di fondo, che riguarda tutti, senza distinzioni. In questi casi ci si chiede dove sia lo stato. La risposta è fin troppo triste: abbiamo uno stato che spende e spreca (spesa pubblica ai massimi, terzo debito pubblico del mondo, eccetera), che fa il socio di maggioranza (costoso e onnivoro) delle nostre famiglie e delle nostre imprese, ma che poi non è in grado di spazzare in tempo una strada.
Da liberale, da nemico di tasse e spesa pubblica in eccesso, credo che il guaio stia proprio lì: in una macchina pubblica pesante, pesantissima, pachidermica, costosa. Che invade le nostre vite. Che pretende, sotto forma di tasse, una quota eccessiva dei nostri redditi. E che però non ci restituisce un servizio corrispondente. Non svolge nemmeno la prima e fondamentale funzione propria di uno stato: proteggere i suoi cittadini.
Allora, anziché giocare al teatrino squallido delle colpevolizzazioni incrociate, è il caso di prendere le forbici. Meno debito, meno spesa, meno tasse. Più efficienza della macchina amministrativa. Uso delle risorse per le funzioni davvero essenziali. Ne va non solo della salute del bilancio pubblico. Ma soprattutto della vita di ognuno di noi.
Daniele Capezzone
Deputato Conservatori e Riformisti
d.capezzone@gmail.com
@capezzone