Consip: Cantone, inchiesta non sia alibi per chiudere l'ente
"Con gli ultimi sviluppi dell'inchiesta vedo che si stanno levando varie voci che spingono per mettere in discussione il criterio della centralizzazione degli acquisti e persino il ruolo e l'esistenza della stessa Consip. Non condivido assolutamente queste posizioni: la scelta di centralizzare gli acquisti delle Pa resta uno strumento fondamentale per assicurare qualita' degli appalti, adeguati risparmi e maggiore trasparenza delle gare, ed in questa prospettiva va rimarcata l'indispensabilita' della Consip, al di la' di alcune criticita' che andranno certamente corrette". Lo afferma Raffaele Cantone, presidente dell'Autorita' nazionale Anticorruzione, in un'intervista al Tempo.
Nell'intervista Cantone evidenzia i punti di contatto "sempre piu' frequenti ed evidenti" tra corruzione e mafia. La corruzione, un fenomeno "ancora molto sottovalutato", "e' divenuta uno dei principali metodi impiegati dalla criminalita' organizzata, perche' e' molto piu' pagante della classica intimidazione: e' piu' difficile da scoprire di un omicidio, richiama meno l'attenzione delle forze di polizia e consente alle mafie di mostrarsi col volto piu' presentabile di insospettabili professionisti collusi", spiega. "E' per questa ragione che viene usata soprattutto al Nord, tanto da essere diventata un tratto caratterizzante".
Parlando del proprio futuro, "se dovessi decidere oggi, non avrei dubbi: tornerei in magistratura. Ma per ora sono concentrato sull'Anac, comincero' a pensarci concretamente solo poco prima della scadenza del mandato, nel 2020", dice Cantone, che torna a escludere ambizioni politiche.