Il governo è pronto a un nuovo "dpcm": stando a quanto trapela da Palazzo Chigi potrebbe scattare un'ulteriore stretta per bar e ristoranti, la chiusura di palestre e piscine, e nei fine settimana dei centri commerciali. La linea più morbida, scrive Libero, salvaguardia in parte i negozi e fissa il coprifuoco alle 22 o alle 23. L'intervento più drastico, al momento considerato improbabile, consentirebbe di uscire di casa solo per lavoro e studio. Sennonché il governatore della Campania De Luca ha invocato il lockdown in tutto il Paese: «Siamo a un passo dalla tragedia. Facciamo quello che abbiamo fatto a marzo, chiudiamo 30-40 giorni. I dati attuali rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale. È necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali. La Campania si muoverà a brevissimo in questa direzione». Sulla Campania pesa il mancato adeguamento delle strutture ospedaliere: i posti in terapia intensiva sono 110 (ufficialmente ne vengono dichiarati 227) e 98 sono già occupati. I posti in degenza sono esauriti: 1.090 pazienti su 1.114 letti disponibili. Per il collega dell'Emilia Romagna Bonaccini «il Paese non reggerebbe un nuovo lockdown». In Veneto Zaia non ne vuole nemmeno sentir parlare. Il governatore pro tempore della Calabria, Spirlì, ha parlato di «allarmismi esasperati» e ha definito il lockdown una «misura eccessiva». In Calabria (dopo Lombardia, Lazio, Campania a cui da lunedì si aggiungeranno Piemonte e Sardegna) da mezzanotte scatterà il coprifuoco fino alle 5, la Regione ha vietato le visite nelle Rsa e ha sospeso le lezioni in presenza nelle scuole superiori. Come in Puglia, dove da lunedì il provvedimento riguarderà gli studenti degli ultimi 3 anni
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